«Epatite C, protocolli decisi dall’Aifa»

L’assessore Zeni: «Più beneficiari se calerà il costo dei farmaci. Medicinali non riconosciuti, si rischiano effetti collaterali»



TRENTO. «Non è la Provincia a stilare i protocolli per i farmaci, è l’Aifa (l’agenzia italiana del farmaco, ndr) che individua i parametri per la somministrazione e noi ci siamo attenuti alle linee nazionali, stanziando 5 milioni di euro per il nuovo farmaco che cura l’epatite C». L’assessore alla sanità Luca Zeni spiega che le possibilità di ampliare la platea dei beneficiari del farmaco anti-virale Sofosbuvir, che oggi in Trentino è riservato a 115 pazienti più gravi su circa un migliaio di malati, sta nella trattativa in corso tra lo Stato e le case farmaceutiche che producono i nuovi medicinali. Oggi il prezzo del farmaco per i privati è di 70 mila euro, un costo insostenibile per molti pazienti.

«Se, come sembra possibile, questo costo si ridurrà - dice Zeni - il numero di chi potrà essere ammesso alle nuove terapie potrà aumentare». Oggi, per garantirlo ai circa mille malati trentini, il costo per la Provincia si aggirerebbe sui 50 milioni di euro: «Impensabile per un solo medicinale», ammette l’assessore. «Il problema riguarda tutta l’Italia. Come Provincia abbiamo stanziato 5 milioni extra sul bilancio della sanità proprio perché potesse essere erogato ai casi più gravi secondo i protocolli stabiliti dall’Agenzia del farmaco».

La storia di Mario Buffa, 45 anni di Cinte Tesino, raccontata ieri dal Trentino, è la storia di un malato di epatite C che è guarito grazie ai farmaci che si è procurato andando in India, spendendo 700 euro invece dei 70 mila che servono in Italia per acquistare le nuove terapie sul mercato privato. «Non rientravo nei parametri previsti per l’accesso ai nuovi farmaci - ha raccontato Buffa - ma non si vive con un virus che lentamente ti rovina il fegato». Così ha affrontato il viaggio in India e con i farmaci si è presentato all’ospedale S.Chiara di Trento, dove è stato seguito nella terapia: fortunatamente lui ha sconfitto la malattia. «Ma oggi - ha spiegato - ci sono malati che incontrano resistenze da parte dei medici».

L’assessore Zeni chiarisce che né l’Italia, né tanto meno la Provincia di Trento, potrebbe acquistare in India, o in altri Paesi, farmaci non riconosciuti dall’Aifa. «Sul piano umano è assolutamente comprensibile - osserva l’assessore - che una persona malata cerchi di risolvere il suo problema ma noi dobbiamo muoverci dentro le regole fissate, e dunque con i farmaci ammessi. L’Azienda sanitaria mi ha confermato che c’è già stato un caso in cui un paziente si è rivolto ai nostri servizi presentando degli effetti collaterali dopo l’assunzione di un farmaco anti epatite C. I rischi ci sono, i farmaci acquistati in India non sono gli stessi farmaci che forniamo noi, quelli autorizzati dall’Aifa, è importante che i malati lo sappiano perché il rischio di effetti non previsti è reale».

(ch.be.)













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