Elettori regionali compatti su Mattarella

Oggi potrebbe essere il giorno dell’elezione del giudice sostenuto dagli autonomisti, si smarcano solo in quattro


di Alan Conti


TRENTO. Potrebbe essere oggi il giorno dell’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica. Potrebbe, perchè nelle votazioni delle Camere non si sa mai: figuriamoci quelle che coinvolgono tutti i parlamentari più i delegati regionali. A infilare il termometro negli umori dei rappresentanti locali, però, l’indicazione è univoca: la quarta votazione di stamattina vedrà un fronte granitico a favore del giudice della corte costituzionale. A sostenere Mattarella, infatti, c’è tutto il feudo autonomista: dall’Svp al Patt passando per l’Upt. Già basta per mettere sul piatto una maggioranza schiacciante sulla nostra piccola scala, ma anche un gruzzolo di 32 voti nel presumibile quorum di 505 voti per la quarta votazione. A loro si aggiunge anche Sel con la preferenza assicurata da Florian Kronbichler. Nemmeno a cercare una crepa nel fronte del Pd si ha fortuna. «Se il nostro gruppo garantisce unità su Mattarella - commenta la deputata Luisa Gnecchi - significa che difficilmente ci saranno delle sorprese».

Si fa prima, quindi, a dire chi si smarca. Il primo è Alessandro Urzì che ieri ha votato simbolicamente per il marò Salvatore Girone e Franco Frattini e domani si riserva di decidere all’ultimo. «Resterò in contatto con i consiglieri regionali che mi hanno permesso di essere qui a votare e sceglierò». Linea chiara per Riccardo Fraccaro e Sergio Divina che seguiranno i dettami dei partiti. Il primo continuerà a sostenere Ferdinando Imposimato «per una questione di coerenza e rispetto di una simile personalità», mentre il secondo infilerà il solito biglietto del Carroccio con il nome di Vittorio Feltri. Capitolo a parte Michaela Biancofiore che parla solo con le agenzie nazionali e rimane appesa alle scelte finali di Silvio Berlusconi: l’ultima posizione nota è la boutade per Pierluigi Bersani.

Ieri, intanto, la seconda e la terza convocazione si sono risolte con il prevedibile nulla di fatto. Annegato qualsiasi quorum dalle schede bianche. Chi ha votato ha optato per candidati bandiera o scelte di partito utili anche a contarsi (è il caso di Luciana Castellina per Sel). Svp e Pd si sono attenuti alla linea del foglietto intonso, ma qualcuno ha deciso che un nome valeva la pensa spenderlo. È il caso del senatore Francesco Palermo che ha scelto prima Luigi Manconi e poi Emma Bonino. Anche Mauro Ottobre ha voluto distinguersi mettendo nell’insalatiera il nome di Chicco Forti.

Nella notte, comunque, tutti i partiti si sono riuniti per decidere la linea di questa mattina. Nessuno sembra presentare divisioni latenti all’interno, ma la cautela è sempre compagna costante delle votazioni per il Quirinale. I colpi di teatro sono sempre stati all’ordine del giorno, ma il rintocco della campana maggiore di Montecitorio sembra davvero dietro l’angolo.

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