le reazioni

«E’ un errore, non molliamo»

Le reazioni dalla valle di Fiemme: «Lavoriamo per cambiare gli standard»



TRENTO. Arrabbiati, amareggiati, delusi. Così si sentono gli amministratori della valle di Fiemme dopo la decisione del ministero che arriva a un paio di settimane dall’ultimo incontro - organizzato a Trento - in cui è stata lanciata un’alleanza tra le zone di montagna per mantenere i servizi sanitari sul territorio.

Leggi: Punto nascita di Cavalese, venerdì l'ultimo giorno

Giovanni Zanon (presidente della comunità della valle di Fiemme) è davvero deluso: «Abbiamo fatto tutto quanto possibile e anche di più» spiega. «In questo modo non chiude semplicemente un punto nascita, ma vengono minate le basi per la vita in montagna. Le nostre madri e quelle della valle di Fassa dovranno andare a Bolzano, alimentando la mobilità passiva. E chissà che non arrivi qualche clinica privata dove il pubblico si è arreso. Diamo conto alla Provincia di aver fatto quando possibile, ma non molliamo: la nostra attività, in accordo con altre realtà montane, per cambiare gli standard continua nella speranza che questa sia solo una sospensione. In realtà siamo solo giunti alla conclusione di un disegno partito da lontano. Non escludo reazioni forti, come ad esempio una class action da parte dei cittadini».

Molto amareggiato anche il consigliere provinciale Pietro Degodenz: «Alla fine è prevalsa la volontà dei tecnici di chiudere il punto nascita. Ma è un errore, ne va della qualità della vita in montagna e siamo stufi di questo continuo attacco ai territori. Pur riconoscendo l’impegno dell’azienda sanitaria dobbiamo constatare che non ci siamo» ha concluso.













Scuola & Ricerca

In primo piano