E tra i “grillini” spunta Giacomo Bezzi

L’ex deputato del Patt si è iscritto ieri al Meetup Trentino: «Li osservo in Internet, magari darò loro qualche consiglio»


di Paolo Morando


TRENTO. Libertà è partecipazione, cantava Giorgio Gaber negli anni ’70. La libertà e la democrazia. Oggi, nell’èra di Internet, i processi democratici passano sempre più per il web. Può così accadere, accedendo in rete al Meetup Trentino dei simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, di trovare tra gli iscritti anche uno sperimentato navigatore della politica trentina, quel Giacomo Bezzi già sindaco di Ossana, poi presidente del Consiglio provinciale, infine deputato. Da quattro anni a digiuno di cariche elettive, ora vive in Spagna, alle Canarie, quartier generale della sua attività immobiliare. Da dove giusto ieri mattina, rispondendo in Facebook alla richiesta di amicizia di un autonomista di vecchia data di Mezzolombardo, ha aderito al Meetup. Ma che ci fa tra i “grillini” l’ex leader del Patt, che mai ha nascosto la propria propensione verso il centrodestra? Così sulla sua scheda, alla domanda “Perché hai deciso di iscriverti al gruppo?”: «Per contribuire al dibattito». Così invece nella propria presentazione: «Bravi e coraggio, liberiamo il Trentino dall’assistenzialismo e dai contributi della Provincia che hanno ucciso la meritocrazia e le idee, non ne possiamo più dell’alibabà Dellai».

Bezzi, anche lei “grillino”?

Li sto osservando, dando magari loro qualche consiglio. La mia passione per la politica è quella di sempre. Stando all’estero, la rete è lo strumento principale per capire che cosa succede in Italia, e come la pensano gli elettori autonomisti. Sul loro Meetup posso seguire i principali temi della discussione. Tra l’altro mi sono iscritto anche a quello veneto.

Perché tutta quest’attenzione per il Movimento 5 Stelle?

Perché credo che lì finiranno molti elettori moderati di centrodestra. Ma condivido anche alcune delle battaglie da sempre portate avanti da Grillo, ad esempio quella sull’acqua pubblica. Su molti temi che hanno a che fare con la Costituzione e le istituzioni, a partire dalla riforma elettorale, il Movimento 5 Stelle ha ragione da vendere. Io per ora partecipo a qualche loro dibattito. Diciamo che la mia è un’operazione ascolto, anche in vista delle elezioni provinciali del prossimo anno: sto cercando di capire se sia possibile offrire ai trentini una proposta alternativa di centrodestra alternativo rispetto a quello attuale.

Dunque non ha cambiato idea: la sua area di riferimento resta quella.

Pur essendo residente all’estero, ho dato una mano nell’organizzazione dell’ultimo congresso provinciale del Pdl. E per il futuro, in chiave elezioni, ho dato la mia disponibilità a de Eccher e Leonardi. Ma ora tornerò in Italia più spesso. Ero a Roma anche poche settimane fa, per il congresso della Dc di Silvio Lega.

Che destino vede per il Pdl?

Organizzato così, come sommatoria di ex Forza Italia ed ex An, è un partito che non ha senso. Ha ragione Berlusconi nel proporre una nuova area moderata. Altrimenti l’elettorato si sposterà verso Grillo o finirà nell’astensionismo.

E il progetto moderato di Montezemolo e Dellai? Non la convince?

Se il riformismo propugnato da Montezemolo consiste nell’assistenzialismo di Dellai, quindi in un’impostazione statalista, non vedo proprio nulla di nuovo. Questo modo di fare politica ha rovinato un’intera generazione, quella dei trentenni di oggi.

Il centrosinistra è fresco di primarie: le sono piaciute?

Sono stati bravi: tanto di cappello. Anche Renzi: si sapeva che non avrebbe vinto, ma ha fatto un bel lavoro.

Che fine ha fatto il Movimento associativo degli italiani all’estero? Vi candiderete alle prossime politiche?

Proprio domani sera (oggi, ndr) sarò a Roma per incontrare il presidente, l’italoargentino Ricardo Merlo, per decidere le candidature in Europa. Io stesso dovrei essere in lista. Ci presenteremo in tutte le circoscrizioni estere, dall’Africa all’Oceania. E faremo almeno 4-5 parlamentari. Ma non vincerà nessuno: Bersani è ostaggio della sinistra estrema, come ai tempi di Prodi, mentre al progetto di Montezemolo manca una vera leadership. La legislatura durerà poco e si dovrà tornare rapidamente a votare.

E il Trentino senza Dellai?

Con tutti i soldi che aveva a disposizione, in questi anni poteva fare molto di più. Specie nel campo dell’innovazione. Se Bruno Kessler è passato alla storia per il Piano urbanistico e l’Università, Dellai sarà ricordato per le Comunità di valle che non servono a nulla. E per le assunzioni a pioggia.

Bezzi, un’ultima domanda prima di lasciarla al sole delle Canarie. Il suo Patt in questi anni è andato a braccetto con Dellai e il centrosinistra: verrà premiato dagli elettori?

Il Patt a livello provinciale è sempre andato bene, perché alla fin fine è una specie di lista civica: presta assistenza sul territorio, un po’ come le Acli. Il che, sia chiaro, è positivo. Ma la politica è un’altra cosa: significa spendersi per un ideale, non per una “caregota” o per quattro contributi. Se credono, proseguano pure nell’alleanza con il centrosinistra: per me non cambia nulla. Io starò dall’altra parte.

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