E il Muse aspetta Napolitano

Per l’inaugurazione di sabato si lavora a una visita del capo dello Stato che è in vacanza in Alto Adige


di Paolo Piffer


TRENTO. Sia mai che all’inaugurazione del Muse in programma sabato nel quartiere delle Albere possa esserci anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A leggere con attenzione l’invito, il dubbio, con relativo beneficio, viene come logica comanda: “ore 18,30 - cerimonia di inaugurazione alla presenza delle massime cariche dello Stato”. In testa, a sinistra, “Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica”. Ora, due indizi non fanno necessariamente una prova ma che le massime cariche dello Stato in questo momento di turbolenza continua siano racchiuse nella figura del presidente della Repubblica è fuor di dubbio, per quello che ha fatto e per ciò che continua a fare, tutore e mentore del governo Letta, con tutto il dovuto rispetto per il premier. Mai si è visto un Capo dello Stato seguire passo passo un governo come in questo caso tanto da far tuonare i critici costituzionalisti sull’ormai sostanziale cambio in atto della forma, e sostanza, della Repubblica, da parlamentare a presidenziale. Comunque sia, una telefonata al direttore del novello Muse, Michele Lanzinger, aumenta i dubbi, più che dissiparli, in un senso o nell’altro. Direttore, allora, arriva il presidente Napolitano? Che fra l’altro è proprio qui vicino in vacanza, in val Fiscalina, come certo lei sa, ed è pure buon amico del progettista Renzo Piano, che ovviamente ci sarà. “No”, è la prima risposta secca. Troppo perentorio, per non pungolare. Ma allora, chi sarebbero queste “massime cariche dello Stato”? Che è ben diverso dal dire, e scrivere, “alte”? Eh sì, perché le parole qualcosa pur significano ancora nonostante lo Zingarelli sia costretto ad aggiornarsi ogni anno introducendo nuovi termini, a volte, se non spesso, pure orrendi e anche una virgola può far cambiare il senso di una frase. “Capirà - chiosa Lanzinger - la situazione è molto fluida”. Fluida? “Sì, a Roma”, sottolinea il direttore. Quindi, conferma o smentisce la possibile presenza del Presidente che tra l’altro non mancò neanche all’Aquila all’inaugurazione dell’auditorium pagato dalla Provincia e progettato da Piano (il triangolo tornerebbe)? “Non confermo né smentisco”, chiude Lanzinger. Il che vuol dire che, con tutta probabilità, si sta lavorando in quella direzione, di una possibile presenza del Presidente, che certo darebbe ancor più lustro alla start-up Muse. Magari con i buoni uffici di Renzo Piano e pure dell’ex governatore Dellai che da capogruppo di Scelta Civica, ma anche da prima, i palazzi romani li frequenta da tempo. C’è inoltre chi mormora che potrebbe esserci il presidente del consiglio Letta. D’altronde, è buon amico del Trentino dove ogni anno passa per il suo “Vedrò”. Resta quella frase del direttore Lanzinger: “A Roma la situazione è fluida”. Il Muse legato al destino ballerino del governo? Meglio non esagerare, rimane pur sempre un museo. Per quanto costato caro.

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