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Donna incinta sta male ad Arco. Manca l’elicottero: è grave

La donna, alla trentesima settimana di gravidanza, si era aggravata in ospedale E’ stata portata al Santa Chiara di Trento in ambulanza ed è ricoverata in rianimazione



TRENTO. Ha sbagliato giorno per sentirsi male, una giovane donna di 34 anni residente nell’Alto Garda alla trentesima settimana della sua seconda gravidanza. Adesso è ricoverata in rianimazione al Santa Chiara di Trento dove è giunta da Arco in ambulanza, visto che non c’erano elicotteri disponibili. Chi conosce il caso dice che si sarebbe potuto verificare anche prima della riorganizzazione della sanità periferica entrata in vigore l’altro giorno con l’obbligo di trasferimento a Trento delle urgenze e dei parti notturni.

La giovane donna giovedì pomeriggio si è presentata all’ospedale di Arco. Presentava i sintomi tipici dell’influenza: febbre, vomito e dolori simili a quelli delle coliche renali. In un primo tempo, la paziente non sembrava grave. Per questo motivo è stata ricoverata nel reparto di ostetricia. Le sue condizioni, però, sono peggiorate. Il quadro si era aggravato, ma la donna non sembrava ancora in condizioni preoccupanti.

A questo punto, dopo le 18, i medici del reparto hanno deciso di trasferire in via precauzionale la paziente all’ospedale Santa Chiara di Trento e hanno chiesto l’intervento dell’elicottero del 118. Però i due velivoli di Trentino emergenza erano entrambi impegnati in altri interventi urgenti. Dalla centrale operativa è stato fatto presente che un elicottero non sarebbe stato disponibile prima di un’ora e mezza. Così, i medici del reparto hanno deciso di disporre il trasferimento a Trento in ambulanza. Però l’ambulanza è arrivata dopo circa un’ora. La paziente, così, è arrivata a Trento dopo più di un’ora e mezza dal suo aggravamento.

Una volta giunta al Santa Chiara, la giovane donna è stata portata nel reparto di ostetricia, ma le sue condizioni sono ulteriormente peggiorate. Per questo è stata trasferita nel reparto di rianimazione ancora giovedì dove è tuttora ricoverata.

Ovviamente il caso ha subito fatto pensare alla nuova organizzazione decisa dopo l’entrata in vigore delle norme sul riposo obbligatorio di 11 ore tra un turno e l’altro per i medici e il resto del personale. Probabilmente, se si fosse verificato una settimana fa, il caso avrebbe avuto la stessa evoluzione. Però questa vicenda mostra che il sistema del trasporto delle urgenze sanitarie potrebbe essere stressato e andare in crisi con l’obbligo di portare a Trento tutte le urgenze e tutte le partorienti dopo le 18. Con un aumento dei viaggi ci saranno per forza di cose attese più lunghe con i rischi potenziali che ne derivano.

La nuova organizzazione viene aspramente criticata da Gianluca Lauria della Uil medici: «La storia delle 11 ore è stata, ancora una volta, gestita con improvvisazione per far fronte ad una situazione dei servizi sanitari che al politico è sfuggita di mano»

Sulla situazione della sanità trentina è intervenuto duramente Filippo Degasperi, consigliere provinciale del M5S: «In 15 anni in Trentino Alto Adige sono stati spesi 9 miliardi in più rispetto ai dati delle regioni più virtuose in termini di spese e qualità. Numeri che sono sempre stati giustificati con la qualità e la capillarità del servizio offerto nella nostra provincia. Ora però anche la giustificazione della capillarità, con il depotenziamento degli ospedali di periferia, non regge».













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