Donei: «Comune unico di Fassa, i tempi sono maturi»

La procuradora risponde alle critiche sulle comunità di valle «È necessario fare economia, ma rispondere ai cittadini»


di Gilberto Bonani


VALLE DI FASSA. Tira una brutta aria per le Comunità di valle. Il cammino incerto di questi nuovi organismi è oggetto, e non solo ora, di dure critiche. Ultimamente al coro si è aggiunto anche il sottosegretario agli Affari regionali Walter Ferrazza, già sindaco di Bocenago. Cristina Donei, procuradora, presidente del Comun general de Fascia, non ci sta: e va al contrattacco. E lancia una soluzione, quella del comune unico.

Insomma le Comunità di valle sono nel mirino.

Sì, mi sono stancata di questo tiro al bersaglio. Per 35 anni hanno funzionato i Comprensori e nessuno ha avuto da ridire, eppure avevano meno strumenti a disposizione lavorando per deleghe e non per competenze.

Come spiega questo accanimento?

Probabilmente perché le Comunità hanno strumenti che vanno a intaccare le prerogative dei Comuni. Le Comunità sono ai loro primi passi e andrebbero accompagnate, non osteggiate.

Il Comun general de Fascia però si differenzia dalle altre Comunità di valle.

Sì, abbiamo la fortuna che i sindaci fanno parte di diritto della giunta per cui ogni scelta, ogni iniziativa è condivisa. Noi ci incontriamo tutti i martedì e questo favorisce il superamento delle difficoltà che incontrano le altre Comunità dove a volte si possono instaurare rapporti conflittuali con le amministrazioni. Ovviamente ci sono anche degli ostacoli: i sindaci, oltre che impegnarsi nel loro Comune, partecipano in prima persona alla vita del Comun general senza alcun compenso, anzi devono pagarsi di tasca propria anche l’assicurazione.

Questo però fino al 2015, poi anche il Comun general de Fascia adotterà un’architettura istituzionale simile alle Comunità di tutto il Trentino.

In Valle di Fassa si sta facendo strada l’idea di un Comune unico. Siamo agli inizi di un percorso in prospettiva che richiederà del tempo. La spinta è data dalla possibilità di fare delle economie di scala. È necessario studiare modalità organizzative per cui tutte le comunità della valle siano adeguatamente rappresentate e per i cittadini rimangano accessibili sportelli di riferimento sul territorio.

Quali sono le competenze che si aggiungeranno a quelle del Comun general de Fascia?

A breve partiremo con i tributi, poi appalti, acquisti, polizia municipale e la dotazione delle sedi segretariali. Inoltre stiamo riorganizzando il personale sul territorio considerando che le amministrazioni hanno il vincolo di sostituire un solo dipendente su cinque.

E se le Comunità fossero cancellate?

Le competenze, attualmente una decina come la pianificazione territoriale, i contributi sulle ristrutturazioni, il sociale, tornerebbero alla Provincia. Per i denigratori delle Comunità sarebbe un passo in avanti. Per noi significa tornare a una visione centralista e obsoleta.













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