«Domeniche, noi da oggi terremo aperto sempre»

Da Max & co. a Pedrotti, da Luisa Spagnolli ai Due Leoni: l’onda ormai è partita Prosser: «Se la concorrenza lavora nessuno può permettersi di restare fermo»


di Luca Marognoli


TRENTO. Non ci sono più meline, appelli o scioperi che tengano. La deregulation delle aperture domenicali è un’onda inarrestabile che neppure l’Autonomia riuscirà ad arginare.

I negozianti del centro, dopo essersi controllati a vicenda in queste prime settimane di apertura a macchia di leopardo, se ne sono resi conto e dalle prossime domeniche inizieranno ad alzare le serrande in massa. La fiera di San Giuseppe, una deroga prevista anche in passato, darà di fatto il via a una stagione di aperture senza più limitazioni di calendario. Ne sono convinti Raffaele Pedrotti, delle calzature omonime di via Manci e membro del direttivo di Federmoda (Unione), e Giulio Prosser, titolare dei Max & co. di Trento, Rovereto e Riva del Garda oltre che presidente del consorzio Rovereto In Centro. «Da domenica terrò aperto sempre. La stagione primaverile si apre, i turisti iniziano ad arrivare ed è meglio sfruttarla come fa Riva del Garda», dice il primo. Che contesta la gestione del Consorzio Trento Iniziative. «Il Cti ha una progettazione vecchia e quasi da sagra paesana. Servono manifestazioni importanti, che durino diversi giorni e diventino appuntamenti da non mancare, in grado di attirare persone da fuori». Per Pedrotti, «uno che aveva belle idee era Pattini, che propose appuntamenti di richiamo come la Trento fiorita e lanciò l’idea dei festival della mela e del vino, cose che fanno in altre città come Alba per il tartufo e Torino».

Sulla stessa linea (ma senza attacchi al Cti) Prosser: «Un mese fa ci eravamo trovati ad un tavolo di lavoro con associazioni di categoria e sindacati, nel quale avevamo auspicato una regolamentazione da parte della Provincia sulle domeniche. Lo consideravamo un passaggio fondamentale. Dalle ultime notizie, però, mi sembra di capire che il panorama sia cambiato: andiamo verso un’apertura continua e non regolamentata». Quest’ultimo scenario è quello che il Cti vorrebbe scongiurare: «Apprezzo molto il ragionamento di De Grandi, che nel tentativo di limitare le iniziative isolate dice: cerchiamo di organizzarci in modo da trovare delle date di apertura condivise. Tuttavia, vedendo quello che succede nei centri commerciali, nella grande distribuzione e nelle reti di franchising che operano sul nostro territorio, questa unità di intenti appare poco attuabile. Anche perché nelle ultime domeniche abbiamo assistito al fenomeno di sempre più negozi che, a ruota, hanno aperto: è un fiume che si sta allargando sempre di più. E nessuno può permettersi di rimanere fuori da una partita così importante». L’apertura condizionata dai soli eventi è un’ipotesi che regge sempre meno. «Con il Consorzio di Rovereto abbiamo organizzato manifestazioni che durino più settimane, come il mercatino di primavera. Sono importanti, ma da imprenditore devo ragionare sulla base delle decisioni dei miei competitor e se loro vanno in una certa direzione non posso esimermi dal farlo anch’io».

Tra chi aprirà sempre anche le calzature Due Leoni di via Suffragio («almeno fino a maggio», dicono nel negozio») e Luisa Spagnolli. «Siamo partiti il 3 marzo - affermano nella boutique di largo Carducci - e all’inizio eravamo solo in dieci. Naturalmente, più siamo meglio è. Se tutti tenessero aperto sarebbe un incentivo in più e crediamo che da Pasqua in poi sarà così. A prescindere dagli eventi: quando c’è la fiera, infatti, la gente viene ma l’accessibilità al locale non è certo favorita».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano