Era arrivato per passare qualche giorno di ferie in Trentino. E’ stato operato al S. Chiara dal dottor Benigni

Disavventura trentina per Marini

L'ex presidente della Corte Costituzionale si è rotto un femore in stazione


Jacopo Tomasi


TRENTO. Disavventura trentina per Annibale Marini, ex presidente della Corte Costituzionale ed attualmente membro laico del Consiglio superiore della magistratura. Martedì pomeriggio il noto giurista è arrivato a Trento per passare un periodo di vacanza in provincia, ma scendendo dal treno è caduto a terra, rompendosi una gamba. La situazione è parsa subito delicata e in stazione sono giunti in pochi minuti i mezzi di soccorso, che hanno riscontrato la frattura del femore.

In un primo momento era parso che Marini preferisse farsi operare nella capitale. Anche il Quirinale si sarebbe reso disponibile a garantire un trasporto rapido in elicottero da Trento a Roma. Un trasferimento, però, sarebbe stato troppo rischioso e così Marini è stato ricoverato nel reparto di ortopedia dell'ospedale Santa Chiara di Trento, dove è stato successivamente operato dal dottor Giorgio Benigni. L'operazione per ridurre la frattura del femore è perfettamente riuscita ed il giurista rimarrà ricoverato a Trento per qualche giorno, prima di poter iniziare il percorso riabilitativo.

Certo, è stato davvero sfortunato il soggiorno in Trentino per il giurista, che al posto di una vacanza rilassante al contatto con la natura, s'è ritrovato in una stanza d'ospedale.

Annibale Marini, nato a Catanzaro il 5 dicembre 1940, è professore emerito di diritto civile presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma Tor Vergata. Nel 1997 è stato nominato giudice costituzionale dal Parlamento e dal 10 novembre 2005 al 9 luglio 2006 è stato presidente della Corte Costituzionale. Al momento della nomina furono molti gli attestati di stima arrivati trasversalmente dal mondo politico. Da Gianfranco Fini a Romano Prodi, passando per Alfonso Pecoraro Scanio: tutti lo definirono «uomo equilibrato, competente e dall'alto senso dello Stato». Nel luglio 2010 è stato eletto dal Parlamento componente laico del Consiglio superiore della magistratura, successore di Nicola Mancino.













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