Diritti umani, due star in prima linea a Trento

Kerry Kennedy e Cherie Blair: «Questo deve essere il secolo della svolta»


Jacopo Tomasi


TRENTO. Kerry Kennedy e Cherie Blair sono arrivate a Trento poche ore dopo la manifestazione "rosa" contro Berlusconi. Un evento che ha attirato la loro attenzione. «Anche qui le donne si rendono conto che il ventunesimo secolo può rappresentare una svolta per le loro condizioni, questa mobilitazione è importante». Poi hanno affrontato il tema dei diritti umani con gli studenti.
In serata, al teatro Santa Chiara, hanno fatto il tutto esaurito. Per la figlia di Bob Kennedy e la moglie dell'ex primo ministro inglese, Tony Blair, quella organizzata ieri dalla Fondazione Caritro è stata una giornata intensa. In mattinata Kerry ha incontrato gli studenti delle superiori all'auditorium Santa Chiara, nel primo pomeriggio Cherie ha "dialogato" con gli universitari a Sociologia, mentre in serata hanno unito le forze parlando, insieme alla giornalista Barbara Serra, di diritti umani davanti a un pubblico delle grandi occasioni.
Kerry Kennedy, scrittrice e attivista per i diritti umani, ha coinvolto i giovani delle superiori lanciando un messaggio forte e chiaro. «I grandi cambiamenti della storia dipendono dalle decisioni dei singoli nella quotidianità. Quando si chiede giustizia è importante tirare fuori la rabbia che si ha dentro». Dopo aver citato personaggi che hanno lottato per i diritti umani, ha parlato dell'attualità italiana. «Domenica, qui, molte persone sono scese in piazza per la dignità delle donne. Anche questo è un modo di farsi sentire per difendere i diritti umani. Ognuno di voi, ogni giorno, è un difensore dei diritti umani».
Sulla manifestazione delle donne è tornata anche Cherie Blair, avvocatessa ed ex inquilina al numero 10 di Downing Street. «Credo che la battaglia per i diritti delle donne - ha sottolineato nel suo intervento a Sociologia - sia particolarmente importante nel ventunesimo secolo, proprio perché nessun Paese ha ancora raggiunto quella parità di diritti che tutti auspichiamo. Le differenze sono invece aumentate e si assiste ad un ulteriore acuirsi delle ingiustizie sociali. Il rafforzamento politico e sociale delle donne è la chiave per lo sviluppo delle società contemporanee. Non si tratta di voler sostituire gli uomini, ma di lavorare al loro fianco, conquistando il posto che le donne meritano nella società». Per la Blair è necessario puntare sulla formazione e, a tal proposito, di recente è diventata presidente della Asian University for Women, ateneo indipendente che ha sede a Chittagong, in Bangladesh. Proprio per sostenere il lavoro della Asian University for Women per l'accesso delle donne all'alta formazione è stato consegnato al suo fondatore, Kamal Ahmad, un primo contributo che servirà a finanziare le attività. A consegnare il riconoscimento è stato il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Enrico Zobele. L'impegno con la Asian University for Women non si fermerà: è prevista, infatti, l'istituzione di alcune borse di studio rivolte a studentesse asiatiche particolarmente meritevoli che potranno studiare a Trento.

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