Dieci milioni per i minori fuori casa

In comunità 422 nel 2009. Altri 10 milioni per il supporto alle famiglie


Chiara Bert


TRENTO. La Provincia spende circa 10 milioni e mezzo di euro all'anno per mantenere in strutture di tipo residenziale i minori con problemi che sono stati temporaneamente allontanati dalle famiglie: per ognuno dei 422 bambini ospitati in comunità nel 2009, il costo medio è stato di 24.700 euro. Altri 10 milioni e mezzo vengono stanziati per finanziare centri diurni e per l'assistenza educativa a domicilio, il primo stadio degli interventi di sostegno da parte dei servizi sociali, quello che punta ad aiutare le famiglie in difficoltà per scongiurare la soluzione dolorosa dell'allontanamento.

Un epilogo che si verifica - stando ai numeri dei servizi sociali di Trento - nel 30% dei casi. Quando il sostegno alla famiglia non basta, il minore viene affidato - su disposizione del Tribunale dei minori - ad una comunità o ad un'altra famiglia. Nel 2009 i casi sono stati 422, di cui 128 nel Comune di Trento (115 nel 2010). In alcune realtà territoriali - è il caso del polo sociale di Gardolo - sono gli stessi operatori a segnalare come dopo un significativo calo, nell'ultimo anno si sia registrato un aumento dei minori dati in affido e inseriti in comunità.

Per i bambini ospitati stabilmente in strutture residenziali (diverse da quelle semiresidenziali, dove il minore rimane durante il giorno per fare ritorno in famiglia la sera) la Provincia ha speso nel 2009 circa 10 milioni e mezzo di euro. Dieci gli enti gestori finanziati per questo servizio: in testa il Villaggio Sos (2,9 milioni), seguito da Associazione «Si minore» (1,7 milioni), Associazione provinciale minori (1,5 milioni), Cooperativa Progetto '92 (1 milione) e Comunità Murialdo (395 mila euro).

I dati sono contenuti nella risposta che l'assessore provinciale alle politiche sociali Ugo Rossi ha dato ad un'interrogazione del consigliere Bruno Firmani (Idv). Il quale, di fronte ai numeri, mette in evidenza un rischio: «Il pericolo è che, dal momento che ci sono le strutture, queste vanno riempite. E l'allontanamento dalle famiglie d'origine non sia più l'ultima ratio, come invece dovrebbe essere, ma semplicemente una delle opzioni in campo». Critico anche il consigliere del Pdl Pino Morandini, che denuncia un aumento della spesa di oltre un milione dal 2005 al 2009, «dovuto anche all'incremento degli affidi in strutture, da 362 a 422»: «Un fenomeno che dovrebbe indurre la Provincia ad interrogarsi sull'opportunità di valorizzare l'affidamento a famiglie, primo perché ambiente più idoneo alla crescita del minore, secondo per i costi a carico dell'ente pubblico». E una riflessione sulle risorse la chiedono anche i servizi sociali di Trento, che denunciano un calo degli stanziamenti per l'educazione a domicilio e la necessità di aprire più centri diurni per i ragazzi.













Scuola & Ricerca

In primo piano