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«Diciamo no alla Valdastico, più fondi per Valsugana e Trento Malé»

TRENTO. Gianni Marzi, candidato alle elezioni provinciali con il Movimento 5 Stelle, ha ottenuto la candidatura attraverso il voto dei militanti sulla piattaforma Rousseau. Si interessa soprattutto...


di Fabio Peterlongo


TRENTO. Gianni Marzi, candidato alle elezioni provinciali con il Movimento 5 Stelle, ha ottenuto la candidatura attraverso il voto dei militanti sulla piattaforma Rousseau. Si interessa soprattutto di mobilità sostenibile e tutela ambientale: contrario alla Valdastico, scettico sul tunnel del Brennero, propone il rilancio delle reti ferroviarie di valle.

Marzi, il tunnel del Brennero è utile o inutile?

Offro un parere da tecnico: in Italia non c'è nessun treno merci che circola sull'alta velocità. L'analisi costi-benefici favorisce l'Austria e sfavorisce il Trentino. Sono invece favorevole all'aggiunta di un terzo binario sulla ferrovia ordinaria ed a investimenti sulla Valsugana e sulla Trento-Malé, nell'ottica di promuovere la mobilità attraverso i treni regionali.

Un convegno da lei promosso indicava nello sbocco alle Lochere della Valdastico “un disastro ambientale per la Valsugana”. Come vede il ritrovato interesse per quest'opera da parte di molte forze politiche?

Io chiedo alle altre forze politiche un atto di chiarezza: quale dovrebbe essere lo sbocco nord della Valdastico? Se l'uscita sarà a Marco, non si risolvono i problemi di traffico della Valsugana, anzi rischia di aumentare. Vogliono l'uscita alle Lochere? È questo che vuole Fugatti? Senza contare che l'A4 è in mano ai privati e sono stati fatti accordi poco chiari.

I candidati M5s sono selezionati attraverso i clic su “Rousseau”, ma al voto partecipano in pochi, lei stesso ha ottenuto solo 21 preferenze. Pensa che questi metodi vadano rivisti?

Si potrebbe aprire il voto per i candidati anche ai non iscritti, ma si rischia di esporsi a inquinamento del voto. Sarebbe quasi meglio l'estrazione a sorte. La democrazia diretta è uno strumento delicato, che va bene soprattutto per i grandi temi: non credo possa giovare più di tanto ai piccoli comuni già oberati di burocrazia.

E allora il referendum di Cavalese sul teatro comunale? È stato sostenuto anche dal M5s, ma non ha raggiunto il quorum.

Ha sbagliato il sindaco di Cavalese, che ha promosso l'astensione. Era per altro un referendum consultivo, non sarebbe stato vincolante per l'amministrazione.

Il governo ha approvato, con l'avallo del M5s, il taglio dei fondi alle periferie. Non c'è un conflitto tra chi sta a Roma e chi sta sui territori?

I fondi erano già stati tagliati dal precedente governo e anche dalla giunta provinciale, che aveva accentrato gli investimenti su Trento e Rovereto. Mi auguro che i ministri M5s si confrontino con i portavoce locali: ultimamente gli attivisti competenti sono meno ascoltati che in passato. Forse è dovuto alla complessità del governare.

Il tema vaccini è oggetto di dibattito nei 5 stelle, con diversi esponenti “no vax”. Come la vede?

Sono per la libertà di scelta: somministrare dieci vaccini in un colpo solo a bambini piccolissimi mi pare eccessivo. Bisogna puntare sull'informazione delle madri, che possono immunizzare i figli tramite l'allattamento o come si faceva un tempo nei casi di morbillo mettendo a contatto i bambini in modo che sviluppino naturalmente gli anticorpi.

Se vince il centrodestra vince ma non “sfonda”, sarete disponibili ad un dialogo?

Se il centrodestra non raggiungerà il 40% dovrà confrontarsi con le forze responsabili. Ma vedo troppe differenze sulla tutela dell'ambiente: loro sono troppo “pro-cemento”. Non che il centrosinistra non lo sia: ho un passato un po’ da “verde”, ma anche loro si sono svenduti.













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