GIUSTIZIA

Dentro ingiustamente, aspetta il risarcimento da 10 anni

Un giovane arrestato per droga: sei mesi agli arresti, poi l’assoluzione. Ora chiede 60 mila euro



TRENTO. Sono dieci anni che aspetta giustizia. Dieci anni in cui il suo fascicolo ha fatto avanti e indietro tra Trento e Roma, tra la Corte d'appello e quella di Cassazione. Un ping pong estenuante che dimostra, come se ce ne fosse bisogno, la lentezza della giustizia. Capita a un giovane, ormai neanche più tanto giovane, studente trentino difeso dall'avvocato Fabio Valcanover.

Il protagonista di questa vicenda viene arrestato nel 2002 nell'ambito di un'inchiesta per droga. Passa sei mesi agli arresti, tra il carcere e i domiciliari, ma poi le accuse contro di lui in parte vanno in archivio e in parte vengono considerate insufficienti dal giudice Corrado Pascucci che lo assolve. Ma l'assoluzione e l'archiviazione non è stata la fine della via crucis del giovane, anzi. Quando tutte le accuse sono definitivamente cadute, l'avvocato Valcanover ha presentato ricorso alla Corte d'appello di Trento per l'ingiusta detenzione, per quei sei mesi in cui il giovane si è visto privare della libertà. Era l'aprile del 2005, ma da allora, il giovane non è riuscito a ottenere l'indennizzo. E non perché non ne avesse diritto, ma per una serie di interpretazioni giuridiche in contrasto tra di loro, sia sull'entità dell'indennizzo che sulla possibilità di riconoscerlo da parte dello Stato.Questo ha prodotto un vero e proprio braccio di ferro giudiziario che ha visto ben sei viaggi a Roma del fascicolo. Per ben sette volte, infatti, la decisione della Corte d'appello è stata impugnata o da una parte o dall'altra.

E ancora non è finita. La prima volta, la Corte d'appello di Trento aveva respinto la richiesta dell'indennizzo ritenendo che non fosse dovuto perché le accuse contro il giovane erano state in gran parte archiviate. Secondo la Corte era necessaria un'assoluzione completa. Ma per la Cassazione, invece, archiviazione e assoluzione sono equivalenti. Così c'è stato il primo rinvio da Roma a Trento.La seconda volta, la Corte d'appello ha riconosciuto un indennizzo di 36 mila euro, solo per il periodo trascorso in carcere e non per quello passato agli arresti domiciliari. La richiesta della difesa era di 60 mila euro. Così l'avvocato Valcanover ha presentato ricorso in Cassazione. Poi c'è stato un continuo ping pong e il risultato è che, a 10 anni di distanza, il giovane arrestato per droga non ha avuto ancora alcun risarcimento. E l’avvocatura dello Stato ha fatto un nuovo ricorso.













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