Denno, Malga d'Arza a rischio crollo

Il Comune corre ai ripari: progetto di risanamento per salvare lo stallone


Giacomo Eccher


 DENNO. Prima che frani completamente, il comune di Denno ha deciso di intervenire per il restauro di uno dei due stalloni, il più malmesso, di Malga d'Arza, da anni abbandonato e con crepe nella muratura ed infiltrazioni nel tetto che rischiano di farlo cadere. Il progetto è stato affidato all'ingegner Vanna Dondio di Trento che deve consegnare l'elaborato in tempo per potere presentare in Provincia la pratica entro novembre.  Malga d'Arza, di proprietà di Denno, è situata a quota 1501 m slm nel sottogruppo della Campa nel Brenta settentrionale, ed è la porta di accesso al Parco Adamello Brenta dalla Bassa valle di Non. La malga infatti è accessibile da una strada asfaltata a transito libero che sale da Cunevo con un parcheggio di attestamento in quota a pochi minuti dalla struttura. La malga è immersa in un'ampia prateria che sale in quota verso malga Termoncello (1856 metri di quota, di proprietà dell'Asuc di Termon di Campodenno) e da qui si diramano sentieri che collegano malga Flavona (e il passo del Grostè verso Madonna di Campiglio) attraverso la val Strangola consentono anche di scendere verso il lago di Tovel o di passeggiare in quota verso malga Loverdina (1771), Campa (1978) e attraverso la selvaggia"val dei cavai" raggiungere Malga Spora (1869), in direzione di Andalo.  «Malga d'Arza è regolarmente monticata, si usa lo stallone che è stato sistemato negli anni Ottanta. Il nostro progetto è di tenere in piedi anche l'altro stallone attualmente non usato perchè pericolante, vogliamo intervenire prima che che frani completamente», spiega il sindaco di Denno Fabruzio Inama. Negli obiettivi dell'amministrazione c'è pure la sistemazione (se ci saranno fondi a sufficienza) dell'edificio malga che si trova a metà tra i due stalloni e dove vive il malgaro. Un edificio anche questo molto vetusto dove si sono susseguiti negli anni interventi di manutenzione più o meno efficaci ma senza un intervento di risanamento organico.  Una volta licenziato dal Comune il progetto dovrà fare la trafila per le autorizzazioni dalla Provincia al parco Adamello Brenta e al Comunità di valle (tutela del paesaggio) e il sindaco Inama spera nel via libera che, se ci sarà il finanziamento, consenta di intervenire già il prossimo anno. «La zona è paesaggisticamente bellissima ed ha il pregio di essere poco antropizzata anche se è in una rete di sentieri per un escursionismo dolce. L'intervento che intendiamo proporre vuole preservare un'opera fatta dai vecchi del paese, che a questa montagna erano legati anche per ragioni di sopravvivenza economica prima della frutticoltura intensiva di questi ultimi decenni», conclude Inama.  

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