«Dellai vota contro l’autonomia»

Il M5S attacca l’ex governatore e avverte: «Vinceremo, la gente vuole cambiare»


di Roberto Gerola


PERGINE. Dalle rive del lago di Caldonazzo, palate di …. contro tutti. Autori i parlamentari di M5S Riccardo Fraccaro e Alessandro Di Battista e con loro un’ottantina di seguaci (tra cui il candidato presidente alle provinciali di ottobre, Filippo Degasperi) con a capo “Alvaro” a tirare gli applausi. E’ stato Fraccaro, con a fianco Di Battista, a parlare con la stampa prima di sedersi a un tavolo con attorno i supporter (pochi i locali). «Cosa volete che vi dica - ha esordito - che vi parli di Dellai? E’ andato a Roma per tutelare l’autonomia del Trentino. Invece ha votato la modifica all’articolo 138 della Costituzione a danno dello statuto dell’autonomia. Ha detto si a una deroga che permette al Governo di modificare più facilmente lo Statuto. Questo ha fatto il vostro Dellai a Roma. E’ uno di quelli che arriva il lunedì e giovedì è già in viaggio di ritorno a Trento. Certamente ha tutelato gli interessi di Trento, lo ha fatto votando la proposta di legge “Del Fare” perché dentro c’è un passaggio che permette ai consiglieri trentini di mantenere il dopo incarico. Più tutela di così». Altro passaggio sulle prossime elezioni regionali. «Non cambia nulla, ha detto, adesso si candidano i rappresentanti delle medie e piccole imprese, tutti coloro che finora hanno preso i soldi dalla Provincia e tutti, adesso invocano il principio che occorre tutelare le medie e piccole imprese (mpi). E poi Dellai, a Roma, vota contro la nostra proposta di costituire un fondo a loro favore e che solo al Senato trova adesso un’apertura». Alla domanda relativa alla sconfitta elettorale subita a Pergine (dove il M5S è fuori dal consiglio) Fraccaro si è giustificato: «Il candidato era lì da un mese, abbiamo sbagliato, ma a Trento ci siamo da tempo e vinceremo, vinceremo ovunque perché parliamo con i cittadini, perché vogliamo cambiare il carrozzone della politica, gli amici degli amici». Poi, Di Battista, seduto al tavolo e attorniato dai fans ha illustrato la situazione a Roma: no ad alleanze, no ai partiti «sono una m…»), no al semipresidenzialismo che è più pericoloso che ai tempi di Mussolini. Pdl e Pd? Nessuna differenza. Sono loro a non voler cambiare la legge elettorale. Poi ancora «bordate» per tutti.

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