Dellai: «Simbolo deciso, basta beghe»

Il governatore e la nuova lista: «La segretaria la pianti di alimentare uno scontro, l’Upt si è messa in discussione»


di Chiara Bert


TRENTO. «L’Upt è un partito che a Trento ha deciso con grande coraggio di mettersi in discussione. Abbiamo deciso all’unanimità questo nuovo progetto e mi auguro che tutti, a partire dalla segretaria, la piantino di far apparire questa operazione come una bega di partito». Per Lorenzo Dellai il caso è chiuso. Alle comunali del 10 maggio nel capoluogo il «Cantiere civico democratico» voluto dall’ex governatore si presenterà al posto dell’Upt con un simbolo completamente nuovo. E il coordinamento provinciale, convocato per domani dalla segretaria dell’Upt Donatella Conzatti, che con Tiziano Mellarini insiste perché la lista abbia un richiamo al partito, va considerato solo una ratifica.

Tre mesi dopo i «180 secondi» organizzati per scuotere il centrosinistra e lanciare l’asse con il Pd, l’ex presidente della Provincia, oggi deputato, ieri è tornato alla palestra di roccia di Sanbapolis per battezzare l’associazione «Territoriali#europei» di cui è tra i fondatori insieme ad una trentina di altri soci tra cui Alberto Pacher (ieri assente), Giuseppe Ferrandi, Michele Nardelli, Luca Sommadossi, Vittorio Fravezzi, Giorgio Lunelli. Associazione che «non è un partito ed è cosa diversa dal cantiere civico democratico», ripete l’ex governatore e si affannano a ribadire molti dei presenti ai tavoli dei «180 minuti», una mattinata di discussione dedicata al tempo della politica. Eppure il filo tra i due cantieri, a due mesi dalle comunali di maggio, appare evidente non solo per la regia dell’ex presidente oggi deputato, ma anche per le possibili contaminazioni tra i due soggetti. «L’associazione punta ad aiutare i partiti, serve recuperare la capacità di pensiero politico», insiste Dellai. «La politica non sono solo le istituzioni e i partiti», sottolinea nella sua presentazione Alessandro Dallatorre, che di «Territoriali#europei» è il presidente ma è anche un papabile candidato del cantiere dellaiano. Contaminazioni, appunto.

Sulla nuova lista Dellai ammette che «il tempo è poco, lo sappiamo, per questo dobbiamo sforzarci di comunicare il senso». Lo scontro in atto nell’Upt non aiuta. «Invito tutti i dirigenti ad essere all’altezza della responsabilità che ci siamo presi, a partire da quelli, pochi per fortuna, che guardano al dito invece che alla luna», bacchetta l’ex presidente. «Basta stillicidi e litanie, che vengano dalla segretaria è veramente strano». Sui nomi dei possibili candidati non scuce nessuna indiscrezione: «Abbiamo una commissione elettorale al lavoro, ma c’è grande curiosità, molte disponibilità».

Oltre a Trento, il cantiere democratico sarà sperimentato a Dro, feudo del senatore Vittorio Fravezzi che sarà ricandidato a sindaco. E che ieri commentava: «Questa è una sintesi tra diversi riformismi. Chi non si ritrova farà le sue scelte. La politica è fatta di corsi e ricorsi, anche i «comitati Prodi» diedero vita a una sperimentazione che accelerò un processo, anche lì ci furono resistenze. I test elettorali possono aiutare». Poi sferza gli alleati del Pd: «Sarebbe stato più semplice se avessero detto di sì a questo progetto, si ricordino che alle comunali non si vota il Pd di Renzi e in politica la presunzione ti fa risvegliare con amare sorprese».

«I dubbi su un cambiamento così radicale ci stanno», ammette il coordinatore cittadino Umberto Saloni, «questa non è un’operazione di trasformismo dell’Upt, il nostro cantiere è altro, non uno spazio di rottura ma un’opportunità. Se vogliamo essere innovativi dobbiamo avere il coraggio di non pretenderne il controllo ma rivendicarne l’appartenenza, e i nostri assessori si sono messi a disposizione di questo progetto», assicura Saloni. «Anche Biasioli», il vicesindaco che ieri a Sanbapolis non si è visto.

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