Dellai: «In piazza per l'Autonomia»

Una settimana "autogestita" per riprendere coscienza dell'autogoverno


Robert Tosin


TRENTO. Una settimana di popolo in piazza, sotto le bandiere di San Vecenslao a declinare l'autonomia con i linguaggi diversi degli artisti, degli studenti, dei ricercatori, degli operai. Dellai chiama i trentini all'orgoglio di esserlo. Non è una tanto una risposta agli attacchi «denigratori e caricaturisti», così li definisce, di questi giorni, ma è una presa di coscienza collettiva. Questi sono gli Stati generali che ha in mente Dellai e che l'altro giorno ha lanciato davanti alla platea della Cooperazione. «Servirà un nome diverso - spiega - ma il concetto sta nella presa di consapevolezza dei trentini di un'autonomia che non è qualcosa che si compra al supermercato, ma è un modo d'essere. Non voglio parate di politici o di vip, niente passerelle di palazzo, ma una manifestazione che duri una settimana e che si autoalimenti con le forze della nostra provincia che, ne sono sicuro, risponderanno in modo convinto».

Si farà a fine marzo. Un ristretto gruppo di lavoro traccerà un programma di massima, su cui si innesteranno le più svariate iniziative che partiranno spontaneamente. «Tutti sono chiamati a contribuire a questa presa di coscienza attraverso i vari linguaggi: giovani, anziani, associazioni, gruppi... Inviteremo anche chi ci ha conosciuto e ha visto o toccato con mano come usiamo la nostra autonomia. Non è, né dovrà mai essere un momento autocelebrativo e non nasce in polemica o in risposta agli attacchi di questi giorni o a qualsivoglia governo. Non sarà nemmeno un appuntamento targato politicamente: dovrà essere assolutamente trasversale. Niente sarà fatto a Palazzo». E' ovvio che gli attacchi arrivati in questi giorni hanno accelerato la realizzazione di un'idea che Dellai aveva da tempo.

La giornata dell'Autonomia che si celebra il 5 settembre non ha forse dato una risposta di coinvolgimento a tutti i livelli che ci si attendeva. E' rimasta confinata proprio nella celebrazione di un fatto storico, non è vissuta con l'intensita che il presidente vorrebbe invece dare agli "Stati generali". «Ora era necessario provocare una reazione in tempi relativamente rapidi - dice - quindi l'idea è di organizzare tutto per fine marzo. Più avanti, invece, si potrebbe sposare la settimana dell'Autonomia con il 5 settembre. Ma questo si vedrà, perché mi aspetto proprio una reazione spontanea di tutta la società civile trentina». Dellai non considera nemmeno la possibilità che non ci sia una risposta corale e convinta. «E perché mai non dovrebbe esserci? Ho già raccolto invece molto interesse e disponibilità a una riassunzione di coscienza, a una riscoperta della nostra costituzione materiale, non quella costituita da Statuto, leggi e norme che pure sono importanti; ma quella realizzata dai nostri valori, le nostre consuetudini, la laboriosità e la generosità dei trentini. Sono convinto che la difesa dell'autonomia da parte delle istituzioni sia un dovere, ma rischia di essere fragilissimo se non c'è la comunità che si sente protagonista. Ora serve un check up collettivo della nostra autonomia».

Il presidente vuole questa grande manifestazione anche come antidoto ad un momento destinato a peggiorare sotto molti punti di vista, inizio di un profondo cambiamento sociale e politico. In questo contesto, sostiene Dellai, è ancora più importante sapere cosa significa autonomia e sentirla come parte inscindibile del Dna di ciascun trentino. Il quale deve fare uno sforzo ulteriore per prenderne coscienza, non avendo dalla sua la tradizione federalista e storica del Tirolo austriaco o il collante della lingua che hanno quasi tutti gli altoatesini. Ma non per questo significa che i trentini sono meno speciali dei cugini del nord.













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