L'INTERVISTA Anna facchini 

«Dal Lagorai a Serodoli, la Sat è una sentinella» 

Montagna. Al via oggi nell’Alto Garda il 125° Congresso. La presidente Anna Facchini anticipa alcuni temi in programma: «Siamo una voce attenta, che non si chiude in via Manci»


Gianfranco Piccoli


Trento. Si aprono oggi nella sede di Arco i lavori del 125° congresso della Sat (“La frequentazione della montagna” il titolo), con la conclusione fissata per domenica mattina al Palacongressi di Riva del Garda, dove si terrà anche la relazione della presidente Anna Facchini.

È stato un anno tutt’altro che privo di spunti: dalle polemiche su Malga Lagorai (che hanno evidenziato una spaccatura all’interno dello stesso mondo satino), alle prese di posizione sul raduno Jeep a S. Martino di Castrozza piuttosto che sull’ampliamento dell’area sciabile nel parco Adamello-Brenta. Sullo sfondo c’è la Valdastico, sulla quale la presidente si dice pronta ad intervenire. Quest’anno, per la prima volta, a gennaio, la Sat ha varato un documento programmatico e il congresso sarà l’occasione per fare un bilancio.

Presidente, partendo dal programma che avete stilato a gennaio: una cosa che avete concluso e una che meritava più attenzione.

Un obiettivo che sicuramente è stato raggiunto è quello della trasparenza: in Sat non avviene nulla di segreto, è un libro aperto per tutti. Se invece parliamo di un traguardo che ancora non è stato pienamente realizzato, direi che c’è da lavorare molto sul piano della comunicazione, e non a caso è stata creata una Commissione ad hoc. All’esterno della Sat, ma anche all’interno, ancora molti non sanno cosa facciamo. Alla stessa conclusione è arrivato il lavoro di confronto che abbiamo avuto con le sezioni che hanno aderito (Mori, Tione, Trento, Rallo e Predazzo), partendo da tre aree di discussione: i valori, le infrastrutture e gli utenti. Manca una rete di comunicazione costante sull’attività satina.

Quest’anno, per la prima volta, verrà presentata una bozza di piano sociale.

Non saremmo tenuti a farlo, ma lo reputo un punto qualificante. Qual è l’indotto di Sat nella comunità trentina? Questa è la domanda di partenza. Dalla manutenzione dei 6mila chilometri di sentieri, ai 34 rifugi, all’attività nelle scuole e di formazione, passando per la tutela dell’ambiente, la Sat svolge un servizio pubblico ai più sconosciuto. Senza contare tutto quello che si fa sul piano della solidarietà, e penso in particolare al progetto “Montagna per tutti” che consente anche alle persone più fragili di conoscere l’ambiente alpino.

Malga Lagorari, Jeep, Serodoli, concerti in alta quota… non è mancato nel 2019 il materiale su cui discutere.

Mi sento di aggiungere anche la Valdastico, sulla quale alcune sezioni hanno già preso posizione. Se lo si riterrà opportuno, la Sat è pronta a convocare l’assemblea dei delegati per formulare un pronunciamento strategico anche su questo argomento.

Torniamo al resto.

Su Malga Lagorai è stato aperto un tavolo di lavoro al quale partecipiamo. Abbiamo indicato alcuni correttivi al progetto iniziale (che prevede posti letto e un servizio di ristorazione ndr), ora attendiamo le mosse della giunta per capire se e come intervenire nuovamente.

Aree sciabili?

Abbiamo sempre avuto una posizione chiara già con l’atto di indirizzo sullo sci e la montagna. L’industria dello sci è imprescindibile, ma deve rimanere nelle zone già vocate, evitando nuovo consumo di territorio. E mi riferisco in particolare a Serodoli.

Il raduno delle Jeep a San Martino ha scatenato un vespaio, mettendo ancora una volta in luce la difficoltà a conciliare turismo in quota e rispetto dell’ambiente.

La montagna ha bisogno di silenzio e rispetto, questo è il punto di partenza. Ora attendiamo dalla Provincia le linee guida per le attività umane in quota.

La Sat mantiene dunque un ruolo centrale nella tutela ambientale?

La Sat è una voce attenta. La Sat è una voce che non può stare chiusa in via Manci. Allo stesso modo, il Trentino non deve considerarsi un’isola, ma una realtà legata ad un ampio ambiente alpino.

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