agricoltura

Dagli scopazzi al cambiamento climatico: le sfide che attendono la frutticoltura

Si è svolta a Cles la 27ª giornata tecnica della frutticoltura organizzata a Cles dal Centro di Trasferimento Tecnologico, (CTT) in collaborazione con Melinda, La Trentina e APOT


Carlo Bridi


CLES. Tutti molto interessanti e di grande attualità i temi trattati nelle 27ª giornata tecnica della frutticoltura organizzata a Cles dal Centro di Trasferimento Tecnologico, (CTT) in collaborazione con Melinda, La Trentina e APOT. Al centro dell’incontro l’impatto del cambiamento climatico, nei sistemi agroforestali, gli strumenti per una corretta gestione dell’irrigazione del melo, gli scopazzi del melo, il quadro normativo sulla difesa fitosanitaria. E le ricadute sulla produttività dei Renetta Canada e Gala dei cambiamenti climatici.

L’apertura della giornata al direttore generale Mario Del Grosso Destreri che ha sottolineato come “questa giornata rappresenti un momento importante del nostro impegno a favore del mondo frutticolo sul fronte dell’informazione a tecnici e frutticoltori”. Stefano Corradini del CTT ha presentato l’evoluzione della temperatura negli ultimi 40 anni che in media in Trentino si è alzata di 1,8°C, con valori superiori nelle zone collinari dove gli effetti del riscaldamento globale sono più evidenti.

L’aumento di temperatura pone nuove problematiche anche all’agricoltura determinando l’anticipo vegetativo e di conseguenza una maggiore sensibilità alle gelate primaverili. Inverni miti e temperature più calde favoriscono la riproduzione degli insetti dannosi e ne riducono la normale mortalità invernale. Si creano anche le condizioni favorevoli per le specie aliene come la cimice asiatica o la Drosophila suzukii.

Per quanto riguarda le precipitazioni non si evidenziano importanti anomalie a livello annuale ma sta cambiando la tipologia e intensità dei singoli eventi piovosi che sono sempre più sottoforma di rovesci o scrosci. Gli scenari futuri non sono positivi ha affermato Corradini, perché dimostrano l’accentuarsi di questi fenomeni in particolare con la riduzione di circa il 10% delle precipitazioni estive e una aumento del 10-15% di quelle invernali ma con minori accumuli nevosi.

Le esigenze idriche e strumenti per la corretta gestione dell'irrigazione del melo sono state illustrate da Fabio Zottele, del CTT. L'irrigazione di precisione è la pratica agricola che garantisce che le piante da frutto ricevano la quantità necessaria di acqua durante la stagione vegetativa. In Trentino, la stima dei fabbisogni irrigui è una questione delicata, in quanto la regione alpina è caratterizzata da una notevole variabilità di suoli e microclimi. Inoltre, l’aumento dei costi energetici e, in previsione, l’impatto dei cambiamenti climatici sugli approvvigionamenti idrici hanno posto l’attenzione su un utilizzo dell’acqua per scopo irriguo coerente con le necessità idriche degli altri settori economici (energia, turismo, ecc.).

In primo luogo, possiamo fare affidamento sulle misure provenienti dalla rete agrometeorologica, che registra le condizioni atmosferiche locali su tutto il territorio coltivato della Provincia. Inoltre, la rete di sensori di umidità del suolo ci consente di monitorare in tempo reale l'umidità del terreno. Partendo dalle misure del monitoraggio, sviluppiamo modelli fisici e matematici per conoscere i fabbisogni irrigui delle piante da frutto tenendo in conto il comportamento dell'acqua nel suolo e le esigenze specifiche delle piante e ottimizzare l'irrigazione seguendo l'andamento meteorologico stagionale in un'ottica di irrigazione di precisione.

Gli scopazzi del melo: monitoraggio e azioni per la riduzione dell’inoculo sono stati oggetto della relazione di Andrea Branz, del CTT. La presenza di piante colpite dagli “scopazzi del melo” sta preoccupando il mondo frutticolo in quanto, se non attentamente gestita dal frutticoltore, può causare importanti perdite economiche e in alcuni casi compromettere la sopravvivenza delle aziende.

Questo rischio è talvolta sottovalutato, in particolare per quanto riguarda l’importanza dell’estirpo delle piante sintomatiche, attività che permette di ridurre la diffusione della malattia. Dal monitoraggio della FEM, si evidenzia un aggravamento della presenza di piante sintomatiche in alcune aree del Trentino (Trento Nord) e una presenza stabile, ma elevata, nella Valle del Sarca e nella Valli di Non e di Sole con l’1,22% di piante sintomatiche che corrisponde a circa 45 piante per ettaro.

Negli ultimi anni, per ridurre la pressione della malattia ed incentivare le azioni di estirpo l’Associazione dei Produttori Apot ha promosso l’attività di controllo dei frutteti iniziato già dal 2016, arrivando quest’anno a controllare circa 750 ha. Anche il Servizio Fitosanitario PAT ha operato sul territorio per stimolare le aziende all’eliminazione delle piante colpite da scopazzi e all’estirpo dei frutteti incolti. Emerge con forza, l’importanza dell’estirpo delle piante malate seguito al rilievo dei sintomi precoci della malattia (stipole ingrandite e seghettate) già in primavera l’estirpo delle piante infette.

 

I cambiamenti climatici e le ricadute sulla produttività di Renetta Canada e Gala è stato il tema trattato da Deborah Gabardi del CTT che ha evidenziato come il cambiamento a livello climatico sia negli ultimi anni sempre più tangibile e misurabile tanto da essere diventato uno dei principali temi di discussione a livello globale. Le estati calde, gli anticipi fenologici, gli eventi estremi sempre più frequenti determinano dei risvolti inevitabili sulle produzioni, che riguardano anche la nostra realtà frutticola mettendola a dura prova.

In questa relazione è proposto un approfondimento su Renetta Canada e su Gala, due varietà che hanno dimostrato importanti ricadute negative a livello quali-quantitativo derivanti anche dalle nuove condizioni climatiche. In particolare, negli ultimi anni queste ed altre varietà hanno evidenziato ad esempio problematiche legate ad una sempre maggiore alternanza produttiva e alla colorazione dei frutti.













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