Da stranieri a italiani, boom in 20 anni

L’annuario statistico provinciale registra la crescita costante: erano il 16 per mille del totale nel 1994, oggi sono il 40,4


di Sandra Mattei


TRENTO. In tempi di crisi, il calo degli stranieri (checché qualcuno ne agiti sempre lo spauracchio) è destinato a protrarsi. Ma l’altro lato della medaglia è invece l’aumento degli stranieri che diventano cittadini italiani. Sono i dati più significativi, contenuti dell’annuario statistico provinciale, alla sua trentatreesima edizione.

La popolazione cresce. Il primo dato positivo da registrare è che la popolazione del Trentino aumenta sia per il saldo naturale (la differenza tra nascite e decessi) che per il saldo sociale (differenza tra iscrizioni e cancellazioni all’anagrafe) e, insieme all’Alto Adige è l’unica realtà nazionali che gode di questa crescita. La popolazione, al 1° gennaio 2015, in Trentino è di 537.416 abitanti (il 48,9 % di maschi), con un tasso di natalità del 9,1 per mille abitanti (contro l’8,3 nazionale) e un tasso di mortalità dell’8,9 per mille (quello nazionale è del 9,8). Passando ai dati sugli stranieri, a fine 2014 sono 50.104 (23.28 maschi e 26.863 femmine) e rappresentano il 9,3% della popolazione residente totale (erano lo 0,6% nel 1992). Rispetto al 2014 la diminuzione è di 729 unità, con un decremento dell’1,4%.

Italiani, raddoppiano le acquisizioni. Per contro, come anticipato, si registra un notevole aumento degli stranieri che hanno acquisito la nazionalità italiana: nel 2014 sono stati 2.056, 272 in più rispetto al 2013 (1.784), il 51 per cento maschi. Significativa è la percentuale del numero di stranieri diventati italiani in rapporto alla popolazione totale straniera: nel 2014 il rapporto tra acquisizioni sulla popolazione straniera, è del 40,4 per mille. Una percentuale doppia rispetto alla metà degli anni Novanta, nei quali il rapporto di acquisizioni si fermava al 16 per mille. Altra curiosità: se fino al 2009 gli stranieri diventavano italiani in maggioranza con il matrimonio, da quell’anno in poi la percentuale si è ribaltata (vedi il box a fianco, ndr.). Dal 2010 si è passati dai 1.244 nuovi italiani ai 2.056 del 2014. Interessante anche l’analisi per Comuni.

Piccoli centri, percentuali maggiori. Si raggiunge la percentuale a due cifre a Condino (16%), Molveno (14%), Coredo (13%) Brez e Preore (12,5%), Nanno e Pieve di Bono (12%), seguiti da Bondo e Ronchi Valsugana (11%), Villa Agnedo, Taio e Vattaro (10%), seguiti da Ospedaletto (9,8%), Caldonazzo e Fornace (9%), Pellizzano , Tione e Sanzeno (rispettivamente 8,7 % e 8,6%).

Ai primi posti per numeri assoluti, sono evidentemente i principali centri dalla provincia: a Trento le acquisizioni (riferite sempre al 2014) sono state 471 su 13.564 (per un 3,4% del totale degli stranieri), a Rovereto 278 su 5.012 (5,5%)a Pergine Valsugana 100 su 1.928 (5,1%), ad Arco 79 su 1.682 (4,6%), ad Ala 67 su 1.266 ((5,2%), a Levico Terme 56 su 924 ((6%), a Riva del Garda 49 su 2.121 (2,3%), a Borgo 44 su 42 (5,9%). Se poi si passa ad analizzare la provenienza degli stranieri, nel 2014 il 30,7%di loro proviene da Paesi dell’Unione Europea, tra gli europei non appartenenti all’Ue prevalgono i cittadini dall’Albania (8,7% e dall’Ucraina (3,9%), mentre dall’Africa sono il 16% e i restanti (Asia, Australia e Americhe) sono il 27,6%.

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