Cultura, si cambia Cda unico dei musei E un super-S.Chiara

L’assessore Mellarini presenta la proposta della giunta: il Centro servizi riferimento per tutti i soggetti di spettacolo



TRENTO. Cultura, si cambia. Obiettivo: fare meglio con meno, perchè le risorse pubbliche caleranno e la risposta non può che essere quella di una logica di sistema integrato. Il comparto andrà incontro a un taglio di 10 milioni, che fa scendere i finanziamenti provinciali a 58,7 milioni di euro. L’assessore alla cultura Tiziano Mellarini ha presentato ieri le linee di intervento per la XV legislatura: creazione di un ente unico dei musei, ridefinizione del ruolo del Centro servizi S.Chiara, riconoscimento dei distretti culturali, riattivazione degli accordi di programma col territorio.

Mellarini. «La proposta di riordino del sistema della cultura in Trentino indica con forza che è il momento di scelte importanti, a partire dalla situazione finanziaria con risorse in calo e alla necessità di ridurre la frammentazione e di dare maggiore dinamicità e di valorizzare in modo più compiuto il potenziale del nostro territorio, a partire dal volontariato culturale», ha detto l’assessore. «Oggi c'è lo spazio per ottenere risposte significative con azioni di sistema: mettere in rete le istituzioni, i musei, i castelli, assegnare un ruolo diverso al Centro S.Chiara che avrà funzioni di primo piano dopo la modifica delle legge di riferimento. Lo facciamo perché la cultura possa dare le risposte attese ai tanti giovani e possa ribadire il suo ruolo di motore per lo sviluppo economico. Dobbiamo aprire nuovi orizzonti, perché la cultura trentina è una straordinaria ricchezza che merita le nostre convinte attenzioni».

Nuovo ruolo al Centro S.Chiara. Cambia la funzione del Centro S.Chiara, da semplice gestore di spazi culturali sarà trasformato in un’agenzia per le politiche culturali della Provincia nell’ambito dello spettacolo (teatro di prosa, danza, lirica, musical, operetta, musica, cinema). Sarà, quello del centro servizi, un ruolo di primo piano: diventerà ente di riferimento per tutti i soggetti che operano nell’ambito dello spettacolo, a partire dal Coordinamento teatrale trentino (il cui ruolo sul territorio sarà dunque riconsiderato), festival, soggetti professionali e semi-professionali, fino al volontariato. L’obiettivo è mettere a disposizione servizi comuni e allestire una programmazione pluriennale delle iniziative valorizzando tutte le attività di spettacolo in una logica di rete. Ma il S.Chiara lavorerà anche per promuovere spettacolo prodotti in Trentino e realizzare accordi in una rete e extraprovinciale e internazionali da Mantova a Innsbruck passando per Veneto e Friuli Venezia Giulia . E sosterrà il volontariato attraverso le federazioni (come la Cofas) mettendo a disposizione spazi e servizi a costi accessibili.

Musei. L’altro grande capitolo culturale riguarda la politica museale. Il piano di razionalizzazione, impostato già ai tempi dell’assessorato di Margherita Cogo, viene ora confermato nella proposta di Mellarini. Già un anno fa era stato l’allora presidente della giunta Alberto Pacher a spiegare che il piano puntava a risparmiare circa 800 mila euro all’anno, il 5% del budget, grazie al contenimento dei costi di gestione ma mantenendo l’autonomia scientifica e culturale di Mart, Muse, Castello del Buonconsiglio e Museo degli usi e costumi di San Michele. All’obiettivo finale si punta ad arrivare procedendo per tappe. Ieri l’assessore Mellarini ha delineato due scenari. Quello di breve periodo, che prevede l’identificazione di un museo capofila (tra i quattro) che avrà il compito di erogare i servizi a supporto di tutti e quattro i musei: un modo per ridurre i costi creando sinergie dalla gestione condivisa del centro servizi. E lo scenario di medio e lungo periodo, che avrà bisogno di una legge: una nuova entità giuridica unica, ovvero un unico consiglio di amministrazione al posto degli attuali quattro, uno per ciascun museo. Muse, Mart, Buonconsiglio e Museo degli usi e costumi avranno ognuno un proprio comitato scientifico e un direttore, a garanzia appunto dell’autonomia culturale. La Provincia darà gli indirizzi e i finanziamenti al Cda.

Distretti culturali. La proposta della giunta riconosce i distretti culturali quale modalità organizzativa che individua nel patrimonio culturale l’asse strategico di un modello di sviluppo. Un percorso che coinvolge tutte le istituzioni culturali e turistiche dell’asse Trento-Rovereto.

Soprintendenza per i beni culturali. L’ultimo ambito strategico nella realizzazione di un sistema culturale integrato riguarda la Soprintendenza nella quale sono state riunificate le funzioni sugli ambiti storico-artistici, architettonici, archeologici e archivistico-librari.

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