Crollano gli investimenti nel Nordest

Lo studio della Cgia di Mestre: in cinque anni un miliardo di euro in meno (-33,8%)



TRENTO. Tra il 2007 e il 2012 la spesa in conto capitale dei Comuni del Nordest, che contiene le uscite per gli investimenti, è diminuita del 33,8% (-1 miliardo di euro). Se nel Veneto la contrazione ha toccato il 43,6% (-566 milioni), in Friuli Venezia Giulia - secondo dati elaborati dalla Cgia di Mestre - la riduzione è stata pari al 44% (- 272 milioni di euro). Per i Comuni delle due Province autonome di Trento e di Bolzano la dinamica è stata meno negativa: nel primo caso la riduzione è stata del 19,1% (-109 mln di euro), nel secondo caso del 13% (-68 mln). Di segno opposto, invece, sempre per il centro studi Cgia, è stato l'andamento della spesa corrente. Tra il 2007 e il 2012, la crescita è stata del 7,2%. Se a Trento e in Veneto l'aumento si è rivelato contenuto, rispettivamente + 3,9% e +4,7%, in Friuli Venezia Giulia (+10,8%) e nella provincia autonoma di Bolzano (+18,4%) la dinamica delle spese correnti ha manifestato una evidente accelerazione. La spesa pubblica totale dei Comuni del Nordest (spesa corrente + spesa in conto capitale), ha subìto una riduzione del 4,2%. In Veneto la flessione si è attestata al -4,9%, in Friuli Venezia Giulia è stata del -6,1%, mentre nella provincia autonoma di Trento è stata ancor più accentuata (-7%). Solo a Bolzano si è registrato un risultato di segno opposto, pari a +5%.

«La ragione di questa caduta così rovinosa - dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, in merito al calo della spesa in conto capitale - è in parte dovuta agli effetti della crisi economica, che ha colpito anche gli enti locali, e soprattutto ai vincoli imposti dal Patto di stabilità interno. Tutto ciò ha dato luogo a delle ripercussioni economico/sociali molto preoccupanti. Innanzitutto, i Comuni non costruiscono più scuole, palestre, asili nido etc. Non solo, ma anche le ristrutturazioni e le attività di manutenzione degli immobili di loro proprietà hanno subìto una brusca frenata. Il depauperamento dell'offerta e della qualità delle infrastrutture sociali danneggia sia i cittadini sia le piccole imprese che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono le attività chiamate a eseguire queste opere pubbliche». Gli effetti negativi del Patto di stabilità sugli investimenti sono stati denunciati anche dalla Corte dei Conti nell'ultima Relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali (agosto 2013): «Le Amministrazioni locali sono i principali protagonisti dello sviluppo infrastrutturale del paese realizzando la maggior parte degli investimenti pubblici complessivi, sviluppo che per effetto dei rigorosi meccanismi di controllo dei conti, è rimasto sostanzialmente fermo. Sul conto capitale dei bilanci degli Enti territoriali si scaricano i maggiori effetti delle tensioni sugli andamenti finanziari e ciò sia per i vincoli del patto di stabilità, i cui obiettivi vengono raggiunti con maggior peso su questa parte della gestione, sia per effetto delle sempre più rigorose restrizioni sui limiti dell'indebitamento».













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