«Crimini violenti associati

quasi sempre all’abuso di alcol»


di Luca Marognoli


TRENTO. «Quasi tutti i reati violenti vengono commessi da persone alterate dall'alcol». A dirlo è il questore Giorgio Iacobone, che è impegnato in prima linea nel contrasto alle dipendenze. «Da diverso tempo sto puntando il dito sul fatto che l'abuso di alcol è uno degli aspetti più negativi di questo periodo storico. Sotto tantissime forme: penso alle risse, alla violenza e resistenza a pubblico ufficiale, ai danneggiamenti ai veicoli in sosta, al recente caso di cronaca di una persona salita sui tetti delle auto e a quello del minorenne che ha chiesto aiuto perché la madre era rincasata in stato di ebbrezza e stava danneggiando i mobili dell'abitazione».

In alcune zone “calde” ci si rende conto più facilmente del fenomeno: «Nei pressi di piazza Dante e in Santa Maria spesso vediamo persone con in mano la bottiglia di birra o di superalcolici. É diventato uno dei problemi che più ci preoccupano». Una particolare severità è adottata nei confronti di chi viene sorpreso (spesso alla guida) in stato di alterazione alcolica. «Con la stradale effettuiamo controlli per verificare se tali persone siano i possesso di armi. In quel caso viene revocata la licenza: dobbiamo tenere alta la guardia».

La violenza in famiglia per abuso di alcol, purtroppo, c'è sempre stata. «Il problema è anche culturale», osserva Iacobone. «Oggi l'ubriacarsi non è più considerato un fatto riprovevole di per sé: è più facile che uno si vergogni da una sala da gioco. Ma voglio rilevare che per il codice penale ogni reato commesso in stato d'ebbrezza è punito alla stessa stregua di uno commesso con lucidità. Se poi uno beve per avere più coraggio nel commettere un reato, questo costituisce un aggravante. Solo in una circostanza non vi è punibilità: l'ubriachezza fortuita che può interessare una persona che sta lavando una botte e viene presa dai fumi dell'alcol. Ma è un caso scolastico».

Roberto Pancheri, responsabile del servizio alcologico dell'Azienda sanitaria cita le statistiche dell'autorevole istituto di ricerca Mario Negri di Milano: gli incidenti stradali dovuti all'alcol sono il 40%, lo stesso gli infortuni sul lavoro, gli omicidi il 50%, i suicidi il 30%, le violenze sessuali tra l'80 e l'88%, le lesioni personali il 78%. «Si tratta di un dato nazionale ma, stante il fatto che beviamo di più, la casistica trentina può solo aumentare», riflette lo specialista. «É chiaro che quando uno perde i freni inibitori, non ha gli stessi comportamenti. Oltre al numero elevatissimo di violenze sessuali, c'è da rilevare il numero, spesso sottaciuto, di rapporti sessuali non proprio volontari a tutti gli effetti, che non essendo protetti hanno come esito, in taluni casi, malattie e gravidanze indesiderate. Questo capita perché il livello di razionalità scende di molto e le scelte non sono del tutto consapevoli. Per prevenire questi fenomeni l'Azienda sanitaria organizza anche dei corsi di educazione affettivo-sessuale». Impressiona la percentuale elevatissima delle lesioni e il dato che un omicidio su due venga perpetrato sotto l'effetto dell'alcol: «É una logica conseguenza: gli omicidi spesso sono commessi per dei raptus di rabbia. I famosi “futili motivi” che innescano le risse fuori dalle discoteche e anche altrove derivano dall’alcol: uno sguardo può essere percepito in modo distorto da chi è ubriaco. Per non parlare delle violenze commesse entro le mura domestiche: anche se le donne denunciano più di un tempo, la maggior parte di esse passano ancora sotto silenzio».

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