Contributi casa, lo Stato conviene di più

Drastico calo delle domande di sostegni provinciali. Le Comunità: «Giovani, ancora difficile ottenere i mutui in banca»


di Chiara Bert


TRENTO. Finita per sempre l’epoca dei contributi a fondo perduto di «mamma Provincia» per acquistare o ristrutturare casa: soldi cash per tutti, requisiti pochissimi. Obiettivo primo delle manovre straordinarie degli ultimi anni è stato quello - dichiarato - di aiutare un settore in profonda crisi come l’edilizia, facendo lavorare le imprese trentine e aiutando contemporaneamente chi voleva metter su casa. Con effetti - lamentano oggi in molti - di aver drogato il mercato immobiliare ma anche, avevano lamentato i sindacati, di aver aiutato i falsi poveri, chi dichiarava Icef zero ma aveva già il capitale (familiare) per l’investimento.

L’aria - e gli aiuti provinciali - ora sono cambiati. E i numeri lo dimostrano. Si sono chiusi nei giorni scorsi i termini per presentare, nelle Comunità di valle, le domande di contributo per l’edilizia agevolata: contributi in conto interessi nella misura del 70% del tasso del mutuo contratto con la banca per la durata massima di 20 anni, 200 mila euro la spesa massima ammessa per l'acquisto, 100 mila euro per gli interventi di ristrutturazione.

Il trend, dalla Valsugana alle Giudicarie, dalla valle dei Laghi all’Alto Garda, è uguale su tutto il territorio: il numero di richieste è crollato, soprattutto per quanto riguarda le domande di risanamento, dove i trentini hanno preferito i contributi statali a quelli provinciali. Dati alla mano, in tanti - potendo contare su un capitale iniziale - hanno scelto la detrazione Irpef del 50% per 10 anni sul costo dei lavori di ristrutturazione piuttosto che il contributo sugli interessi.

In Alta Valsugana sono arrivate 77 domande, 69 per l’acquisto, 5 per risanamento, 3 per acquisto e risanamento, a fronte di 818 soggetti in graduatoria con il piano dello scorso anno (168 finanziati fino ad oggi). «Il crollo c’è stato anche da noi, del resto le condizioni sono cambiate radicalmente - spiega Luciano Iseppi, responsabile del Servizio edilizia della Comunità di valle - prima c’erano i contributi a fondo perduto, condizioni estremamente favorevoli, pochi requisiti, un sistema di agevolazioni che ha drogato il mercato. Oggi c’è un prestito agevolato, circoscritto a giovani coppie e nubendi, con un Icef minimo. Certo, se la volontà era di aiutare le giovani coppie, l’obiettivo non è andato granché a buon fine. Le difficoltà a ottenere un mutuo dalle banche per i giovani con lavori non stabili sono ancora tante. E abbiamo già delle rinunce di chi ha avuto problemi di lavoro». Il presidente dell’Alto Garda Salvador Valandro fa i conti: «Noi abbiamo avuto 431 domande di contributo nel 2013 e 99 nel 2015 (di cui 76 per l’acquisto). Tanti sono venuti a lamentarsi per i requisiti troppo stretti, convinti che valessero ancora le vecchie regole. Sul capitolo ristrutturazioni ci sono avanzate delle risorse, vedremo di stornarle sugli acquisti». Anche Franco Travaglia, assessore all’edilizia della Comunità della valle dei Laghi, conferma che «quasi tutti hanno fatto domanda per l’acquisto, giudicando più favorevole per i risanamenti la detrazione statale. Ora cercheremo di capire se è possibile spostare le risorse da un capitolo all’altro, sarebbe un peccato non mettere a disposizione tutto il budget per i nostri cittadini».

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