Conto alla rovescia per le discariche trentine

Due su otto saranno esaurite nel 2014, Trento forse arriva al 2018. Il nuovo piano sullo smaltimento dei rifiuti non prevede più lo stoccaggio in siti come quelli attuali


Robert Tosin


TRENTO. Le prime a chiudere definitivamente i battenti saranno le discariche di Zuclo e quella di Rovereto. Nell'aprile del 2014 infatti la loro capacità di accogliere immondizia sarà esaurita e in un colpo solo il Trentino perderà quasi la metà del suo spazio destinato ai rifiuti. Per allora dovrà essere trovata una soluzione definitiva che per la Provincia si chiama inceneritore. Il terzo piano provinciale presentato da Pacher ai sindaci nei giorni scorsi dà l'addio definitivo alle discariche sul territorio. Si andrà ad esaurimento di quelle esistenti, con un qualche ampliamento dove possibile, ma l'uso dei siti a riempimento non è più previsto. Le strade parallele da percorrere sono due: differenziata spinta e incenerimento. Il primo sito ad alzare bandiera bianca - lo si legge in una risposta ad una interrogazione del consigliere verde Roberto Bombarda - sarà Rovereto, quello che oggi raccoglie il maggior numero di tonnellate di residuo, 61.900 all'anno. E' in ballo un ampliamento per altri 190 mila metri cubi che andranno ad alzare il cumulo del terzo lotto, ma con il ritmo di conferimenti si arriverà, se va bene, al massimo all'aprile del 2014. Rovereto accoglie anche i rifiuti della Valle dell'Adige e del comprensorio Ladino di Fassa. Se l'inceneritore non dovesse essere pronto sarebbe un gravissimo problema per questi territori fortemente popolati. Stessa scadenza per la discarica delle Giudicarie a Zuclo: restano 90 mila metri cubi disponibili riempiti al ritmo di quasi 26 mila metri cubi all'anno. Qualche mese in più dovrebbe durare la discarica di Scurelle che raccoglie i rifiuti della Valsugana. Nonostante l'ampliamento di 80 mila metri cubi non andrà oltre l'agosto del 2014 al ritmo di 25 mila metri cubi all'anno. Un anno in più dovrebbe durare l'ex cava di Monclasico che in val di Sole stocca poco meno di 11 mila metri cubi di rifiuti. Ischia Podetti, la discarica della città di Trento, ha ancora una buona capacità ed è programmato un ampliamento da 250 metri cubi che sarà riempito al ritmo di 45 mila metri cubi di rifiuto all'anno. Arriverà così all'agosto del 2018. A gennaio 2019 arriverà invece la discarica di Taio per la val di Non e la val di Fiemme. Dopo l'ampliamento programmato di 140 mila metri cubi, che di fatto raddoppiano la disponibilità di conferimento, la Maza ad Arco arriverà fino a luglio del 2020, a soddisfazione di tutto l'Alto Garda e valle di Ledro. La discarica più longeva sarà quella di Imer che nel 2030 finirà il suo compito. Dal Primiero arrivano 4760 metri cubi di pattume all'anno che riempiono lentamente la capacità di 95 mila metri cubi. I tempi potranno scivolare più avanti se la differenziata avesse un'improvvisa impennata, ma rischiano di essere stretti se, come sta avvenendo, la produzione di rifiuti continua ad aumentare. Anche per questo motivo la Provincia sta cercando di accelerare i tempi per arrivare al bando di gara per l'inceneritore entro l'estate. La raccolta La differenziata Il Trentino è arrivato al 66% di differenziata. L'obiettivo minimo è raggiunto, ma non basta. La mole maggiore di rifiuti separati approda ai Lavini di Marco, quasi 50 mila tonnellate, che arrivano dalla Valle dell'Adige, dalla Vallagarina e dal comprensorio Ladino di Fassa. Ad Ischia Podetti, discarica della città di Trento, si recuperano 36.599 tonnellate di rifiuti riciclabili. In discarica Il problema grave è nascosto nel residuo che non viene recuperato in alcun modo e che quindi va a riempire le discariche in fase di esaurimento. Ad Ischia Podetti nel 2010 sono state stoccate 23.223 tonnellate di rifiuti.

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