religione

Condino, l’ultima messa dei frati

Celebrata ieri da padre Modesto Sartori, ha sancito la definitiva chiusura del Convento dei Cappuccini


di Elisa Pasquazzo


CONDINO. A Condino i frati Cappuccini c’erano da 250 anni (1.742), ma da ieri dal convento San Gregorio se ne sono andati definitivamente. Anzianità avanzata dei pochi finora rimasti all’interno dello stesso Ordine e numero ridotto di vocazioni lo hanno imposto.

Padre Modesto Sartori, che guidava fino a ieri il Convento e celebrava le messe della domenica sera a Condino si è ora trasferito come frate semplice a San Martino di Arco. Un addio, il suo e dei frati, che dal punto di vista religioso impoverirà la valle. Erano in tanti, infatti, a salire lassù anche solo per le confessioni previste in occasione delle maggiori scadenze liturgiche.

Ieri la sagrestia era piena di religiosi, una quindicina tra preti e freati (sa padre Feliciano Giovannini a padre Fedele Bertolini, dagli arcipreti di Condino, Storo e Pieve di Bono a don Giorgio Gabos condinese di origine, ora parroco di Vigolo Vattaro), mentre la chiesa alle 17 completamente occupata dai valligiani per l’ultima messa. C’era quindi lo stato maggiore Cappuccino del Triveneto, ma anche la Banda Giuseppe Verdi di Condino. Sul volto dei fedeli si leggeva la commozione anche se dalla cantoria si alzavano canti utili a smorzare il magone che serpeggiava nel cuore dei partecipanti la funzione vespertina.

All’omelia il priore del Triveneto, padre Roberto Ceduin, ha parlato del fenomeno delle riduzioni di vocazioni e aggiunto che «non era più possibile restare qui a causa delle limitate presenze».

Ieri non solo per ultima messa, ma anche un commiato in qualche modo festoso all’interno del monastero per dire così anche addio alla storica tradizione che si riproponeva da sempre, fin da quando in epoche di povertà si andava dai frati con la “gamella” a prendere minestroni o trippa.

«Noi come frati – ricorda padre Modesto - abbiamo cercato fino all’ultimo di rispettare la volontà di condinesi e valligiani ma non è stato possibile. Numericamente non ci siamo più e quindi era pressoché impossibile mantenere la nostra presenza».

Ora a Condino sperano che, almeno in estate, a Natale ed a Pasqua, il confratello svizzero padre Andrea Schöller - che in quel periodo gestisce l’Associazione il Ponte sul Guado – si faccia carico dell’impegno di celebrare una messa domenicale serale.

Il Convento venne distrutto durante il bombardamento del 6 febbraio del 1945. In quella circostanza morirono due frati. Poi per volontà dei condinesi e valligiani la struttura venne ricostruita e riconsegnata nel 1948.













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