Con l’impegno nel sociale imputato estingue il reato

L’impreditore Carlo Odorizzi era imputato di evasione fiscale per 491mila euro Nel periodo di messa in prova ha lavorato presso l’Admo e Villa Sant’Ignazio



TRENTO. Era accusato di evasione fiscale per non aver versato ritenute alla fonte sui compensi erogati ai propri dipendenti per un totale di 491.323 euro con riferimento agli anni d'imposta 2011 e 2012. Ma Carlo Odorizzi, legale rappresentante dell'omonima ditta che operava nel settore del porfido, con sede ad Albiano, è riuscito ad estinguere il reato dopo aver portato a termine con esito positivo la messa in prova che il suo legale, l'avvocato Alberto Cunaccia, aveva chiesto e ottenuto lo scorso dicembre al giudice Giuseppe Serao.

Nei mesi scorsi, Odorizzi ha prestato la sua opera presso l'Admo, l'Associazione donatori midollo osseo, e presso Villa Sant'Ignazio: nella prima ha svolto mansioni d'ufficio e altro, per un totale di 240 ore, mentre nella cooperativa di via delle Laste ha lavorato per 80 ore, svolgendo anche lì mansioni d'ufficio e mettendo a disposizione le sue esperienze imprenditoriali. Un impegno che ieri è stato riconosciuto dal giudice il quale, oltre a dichiarare estinto il reato, ha anche disposto la revoca del sequestro della villa che Odorizzi ha ad Albiano. Sequestro disposto dal Tribunale del Riesame il 10 giugno dello scorso anno.

In un primo momento l'evasione contestata al quarantatrenne ammontava a un milione e 250 mila euro e la Procura aveva chiesto in un primo momento il sequestro per beni di questo valore, ma il gip Francesco Forlenza aveva respinto la richiesta accogliendo la tesi dell'avvocato di Carlo Odorizzi secondo cui l'Iva evasa non era mai stata incassata dalla società. In altre parole, la difesa sosteneva che gran parte del debito fiscale della Odorizzi era causato dal mancato pagamento delle fatture da parte dei clienti. Quindi la società non avrebbe mai incassato l'Iva che non aveva versato. Per questo motivo, l'avvocato Cunaccia, aveva chiesto che il sequestro non venisse accordato. Il giudice Forlenza aveva accolto questa tesi, respingendo la richiesta della Procura che, però, aveva fatto ricorso al Tribunale del Riesame, che l’aveva accolto.

Sul fronte dei risarcimenti, l’imprenditore ha già versato una prima rata di 97mila euro all’Agenzia delle Entrate mentre la restante somma sarà oggetto del concordato preventivo chiesto a suo tempo dalla «Odorizzi Porfidi srl» e omologato dallo stesso tribunale di Trento. Per quanto riguarda i creditori, assicura il legale di Odorizzi, il pagamento dei privilegiati sarà del 100 per cento mentre per i chirografi la quota si aggirerà attorno al 30 o 40 per cento.

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