Comunità, domani i trentini alle urne

Chiusa la campagna. Ma se non sarà raggiunto il quorum del 50% più uno degli elettori, il voto non avrà effetto


di Paolo Morando


TRENTO. La Lega Nord ci crede. Dopo settimane scandite da decine di comunicati, manifesti affissi più o meno lecitamente un po’ ovunque, striscioni con la scritta “No Comunità” spuntati improvvisamente da Trento ad Ala, da Mori a Grigno e in altre località ancora, il Carroccio ha chiuso ieri sera la propria campagna referendaria in val di Fiemme, a Tesero: l’ultimo di una sterminata serie di incontri con iscritti e simpatizzanti. Perché l’obiettivo non è semplice da raggiungere: portare alle urne domani 206.655 trentini, cioè il 50% più uno degli aventi diritto. Solo così il referendum che chiede l’abolizione delle Comunità di valle sarà valido. E il risultato, positivo o meno che sia, avrà un effetto concreto.

La giunta provinciale, da parte sua, attende «con serenità» (parole di Dellai) l’esito del voto. «Non siamo in guerra con nessuno», ha detto ieri in conferenza stampa il presidente, dicendosi «rispettoso» del referendum ma aggiungendo che «è legittimo anche non andare a votare». E sui 2 milioni di euro necessari per organizzare la consultazione, non ha calcato la mano: «È il costo della democrazia, ci mancherebbe altro: non abbiamo mai usato questo argomento demagogico contro i promotori del referendum». Ovviamente Dellai domani non parteciperà al voto, «e lo stesso, credo di poter dire, faranno tutti gli assessori».

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