il “piano” prende forma 

Coinvolgere il territorio per sviluppare il Bondone

TRENTO. “Monte Bondone 2035” sta entrando nel vivo. Il piano di sviluppo urbanistico, ambientale e turistico del Monte Bondone, affidato dal Comune all’architetto milanese Alessandro Oliveri in...


di Lorenzo Di Domenico


TRENTO. “Monte Bondone 2035” sta entrando nel vivo. Il piano di sviluppo urbanistico, ambientale e turistico del Monte Bondone, affidato dal Comune all’architetto milanese Alessandro Oliveri in seguito ad una gara lo scorso settembre, sta infatti iniziando a prendere forma. Questo è ciò che è stato evidenziato ieri, durante un incontro informativo tenuto da Olivieri e il consigliere comunale delegato del progetto Dario Maestranzi, con le commissioni ambientale, urbanistica e degli affari economici: la strada è ancora lunga, infatti il completamento del piano è previsto per il prossimo aprile, ma grazie ai risultati dei questionari che stanno arrivando in questi giorni si può iniziare a delineare un percorso meglio definito. Questo questionario, inviato a circa 130 soggetti tra enti pubblici e privati della zona tramite una “partecipazione selezionata”, include numerosi argomenti che spaziano dall’individuazione dei patrimoni del Bondone fino alle criticità attuali, senza però dimenticarsi le progettualità presenti e future e gli scenari auspicati.

Proprio gli scenari auspicati sono senza dubbio interessanti, con diverse proposte fatte ai partecipanti al questionario da parte di Oliveri e della sua equipe: un Bondone visto come giardino fuori porta di Trento, come “monte dello sport”, come luogo di benessere, come “riserva di naturalità”, come distretto urbano in quota oppure qualcosa di diverso da tutto ciò, un territorio meno specializzato e caratterizzato da più idee e fattori. In attesa di avere i risultati del questionario, l’architetto Oliveri ha esposto quelle che sono le principali tematiche su cui concentrarsi, rilevate in questo primo periodo di lavoro. Verranno tenuti in particolare considerazione il rapporto tra la nuova infrastrutturazione ed il patrimonio ambientale, la relazione tra il Bondone e la Valle dei Laghi ma soprattutto la necessità di una governance snella, che non parta sempre dalle istituzioni, ma dalle opinioni degli enti del territorio coinvolti, per poi arrivare, aggregata in una progettualità unica da una “cabina di controllo”, alle istituzioni. Il tema forse più importante è quello degli investimenti: sarà necessario capire da chi verranno fatti, su cosa e a quali condizioni, visto che il piano non ha un vero e proprio budget ma dovrà “cercarselo”.













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