Cogolo, oggetti sacri venduti in chiesa con il distributore

Il parroco: «Scelta drastica, ma non potevo fare altro: l’80% dei prodotti veniva preso senza essere pagato»


di Gianfranco Piccoli


PEIO. Crocifissi al posto dei sandwich e rosari al posto dello yogurt da bere e delle barrette di cioccolato. Non è un esercizio dissacrante, ma quello che si trova nel distributore automatico posizionato da qualche giorno all’esterno della chiesa dei santi Filippo e Giacomo, a Cogolo. Davanti ad ogni prodotto il suo bravo numero da selezionare e il prezzo.

Il nuovo che avanza, come i lumini elettrici che in molte chiese hanno via via soppiantato le candele, più romantiche ma spesso nocive per le opere d’arte. La verità, tuttavia, in questo caso non è solo legata ai progressi tecnologici e culturali. Il passaggio al distributore automatico di oggetti sacri si è reso necessario per porre un freno ad un’abitudine consolidata da parte di qualche visitatore un po’ troppo generoso con se stesso: quella di prendere gli oggetti sacri in vendita e non infilare nell’apposita cassetta il denaro richiesto.

Don Piergiorgio Malacarne, titolare della parrocchia, ammette che farebbe volentieri a meno di affrontare l’argomento. E non parlategli di «furti». Con molta diplomazia, e per non rimanere lontano dai testi sacri, spiega che l’uso del distributore automatico è un modo molto terra-terra per evitare che qualcuno inciampi malamente nel settimo comandamento: non rubare.

«La verità - spiega il sacerdote - è che l’80 per cento degli oggetti che esponevo in chiesa, Famiglia Cristiana e Vita Trentina comprese, venivano presi senza essere pagati. Con la poesia non si vive e io quel materiale lo devo in ogni caso pagare ai fornitori. Per qualche anno le Paoline mi hanno anche dato in conto vendita molti prodotti, ma alla fine i conti non tornavano mai e dopo due-tre anni abbiamo deciso insieme di smettere. Personalmente ero contrario all’idea di mettere un distributore automatico, ma non ho avuto altra scelta e un mese fa l’ho installato all’ingresso della chiesa».

La cosa, evidentemente, non poteva passare inosservata e molti si sono chiesti le ragioni di una scelta così singolare. Singolare ma, vista la situazione, comprensibile.

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