Cliniche private, scatta l’allarme

Stefenelli: «Rischio chiusura per Villa Bianca e Solatrix». Ma Rossi rassicura: «No a massacri, ma i costi devono calare»


di Giuliano Lott


TRENTO. C’è allarme nella sanità privata per gli effetti del decreto Balduzzi, ancora allo stato di bozza, che prefigura una drastica riduzione delle risorse e dei posti letto. Del malessere si fa portavoce il presidente dell’a sezione di Trento dell’Associazione italiana ospedalità privata, Carlo Stefenelli. Il quale interviene con una lunga e preoccupata analisi che parte dalla prevista soppressione per gli ospedali pubblici e privati al di sotto degli 80 posti-letto e la drastica riduzione dei posti letto per riabilitazione e lungodegenza. Stefenelli osserva che «il mero riferimento ai posti letto appare un concetto obsoleto ed anacronistico: gli ospedali che in questi anni si sono modernizzati hanno puntato a ridurre le aree di degenza per fare spazio alla diagnostica strumentale, sempre più sofisticata e costosa, incrementando l’attività ambulatoriale». I parametri da valutare sarebbero invece « il fatturato, il rapporto fatturato/costi, il numero e la qualità delle prestazioni effettuate, il numero, la qualità ed il grado di diversificazione specialistica dei medici, le liste di attesa per ogni singola specialità con un puntuale confronto delle stesse fra ospedali pubblici e privati, il rapporto fatturato/posti-letto ed il rapporto fatturato/personale».

Le principali indicazioni del decreto Balduzzi prevedono un rapporto di 3,7 posti letto ogni mille abitanti ( 3 per acuti, 0,5 per riabilitazione e 0,2 per lungodegenza) e un tasso di ospedalizzazione 160/1000 abitanti. La riorganizzazione in ospedali di base, di I e II livello, con tre gradazioni di servizi in base al bacino d’utenza, se applicato in Trentino in maniera pedissequa avrebbe «conseguenze catastrofiche sulla qualità dell’assistenza oggi offerta», con un taglio di almeno la metà dei posti letto negli ospedali pubblici (101 posti letto per acuti, 101 posti letto di riabilitazione e 115 posti letto per lungodegenza post-acuzie), la chiusura delle case di cura Solatrix e Villa Bianca e l’impossibilità per gli altri ospedali privati di proseguire la propria attività. Tra gli ospedali pubblici di base - prosegue Stefenelli - resterebbero solo Borgo Valsugana e Arco mentre verrebbero disattivati Cavalese, Cles e Tione.

Rimarrebbe un unico ospedale di primo livello, Rovereto, che dovrebbe “cedere” emodinamica interventistica e rianimazione all’unico ospedale di secondo livello, il S.Chiara. Il quale «sarebbe costretto ad un accordo di programmazione integrata con l’Ospedale di Bolzano».

L’assessore alla sanità Ugo Rossi rassicura i privati: «Il decreto Balduzzi, che fa parte della spending review che il Trentino ha già applicato con un’apposita legge, non si applica al nostro caso in virtù della nostra autonomia. L’abbiamo già fatto presente in sede di Commissione della salute (domani il nuovo incontro a Roma, ndr.) assieme all’Alto Adige e alla Val d’Aosta. Noi non partecipiamo al Fondo nazionale della sanità, possiamo decidere in autonomia dove operare i risparmi poiché siamo noi a pagare il nostro sistema sanitario. Troveremo una “via trentina”, siamo impegnati da anni nella riduzione dei posti letto e nella riorganizzazione della nostra rete ospedaliera». Nell’escludere «sacrifici con effetti devastanti», Rossi però dice che «i livelli di spesa dovranno calare pure per la sanità privata, anche per renderla più attrattiva nei confronti dei pazienti da fuori regione. Ognuno deve fare la propria parte». A breve Rossi incontrerà i rappresentanti del comparto privato per discutere le modalità della riorganizzazione.

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