Clima, turismo invernale a rischio

I climatologi: fa sempre più caldo e la neve cala di un centimetro all'anno


Jacopo Tomasi


TRENTO. Fa sempre più caldo, piove meno e la neve fa le bizze. Negli ultimi trent'anni il clima è cambiato anche in Trentino e questo ha ricadute inevitabili su molti settori. A partire dal turismo. Tanto che alcuni climatologi invitano a puntare maggiormente sul turismo estivo, anziché su quello invernale. Anche perché le stazioni sciistiche sotto i 1.300 metri sono destinate a sparire. Negli ultimi trent'anni, in Trentino, la neve è calata di circa un centimetro all'anno.

Per gli esperti non si tratta di un dato particolarmente preoccupante, ma certamente deve far riflettere alla luce del quadro generale. Nevica un po' meno, ma soprattutto nevica in modo diverso rispetto al passato (non troppo lontano). Se un tempo le nevicate più frequenti avvenivano nei mesi di novembre e dicembre, adesso questo accade a marzo ed aprile. Non solo: si alternano inverni molto secchi ad altri particolarmente nevosi. Quando nevica, le precipitazioni sono meno frequenti, ma più abbondanti e più umide. Questo comporta da una parte un maggiore rischio di valanghe e dall'altra un manto nevoso meno resistente. Infatti, anche a causa dell'aumento delle temperature (basti pensare che lo zero termico negli anni Sessanta era a 2.600 metri ed oggi è a 3.000 metri) cala il numero di giornate con persistenza di neve al suolo.

In Folgaria, ad esempio, i giorni "bianchi" sono calati di quasi il 3%. In parole povere: fa più caldo e la neve si scioglie prima. Questo colpisce soprattutto le località a quote più basse. Secondo gli esperti, infatti, le stazioni sciistiche sotto i 1.300-1.200 metri sono destinate a scomparire nel giro di pochi anni. Ovviamente tutto questo ha effetti tangibili sul turismo. Uno dei pilastri dell'economia trentina è il turismo invernale, che alla luce di questi dati rischia di subire un forte contraccolpo. Ma questo è vero solo in parte.

Come afferma il climatologo Massimiliano Fazzini, questi dati devono servire per capire i fenomeni e saperli gestire. Quindi, puntare sul turismo invernale dov'è sostenibile (sopra i 1.500 metri di quota) e per il resto concentrarsi sul turismo estivo. Un turismo agevolato dall'aumento delle temperature. In pianura, infatti, le giornate con temperature massime superiori ai 30 gradi e minime non inferiori ai 20 sono raddoppiate. Questo potrebbe portare un aumento di turisti che cercano aria fresca e pulita sui monti trentini. Le temperature elevate (a Trento, ad esempio, negli ultimi 120 anni c'è stato un aumento medio di 1,4 gradi) hanno portato ad un ritiro medio del 30-40% dell'estensione dei ghiacciai, su tutti la Marmolada. E qualcuno teme che i mutamenti climatici possano essere la causa dello sbriciolamento delle Dolomiti. «Le Dolomiti - rassicura Fazzini - non spariranno. Certo, l'aumento delle temperature e le precipitazioni irregolari stanno comunque accentuando un fenomeno in atto da 70 milioni di anni».

Le precipitazioni, in Trentino, sono in calo di circa il 10-15%. Non è aumentata l'intensità degli eventi atmosferici, ma nell'arco di un anno ci sono più eventi intensi come temporali o grandinate. Sono diventati più frequenti e quindi fanno più danni, come dimostra il fatto che, nel 2009, alle assicurazioni sono raddoppiate le denunce di danni causati dal maltempo. I dati parlano chiaro. Nell'ultimo secolo la temperatura media del pianeta Terra è cresciuta di 0,6 gradi, il cambiamento più significativo degli ultimi 10.000 anni. Non si può stare a guardare. Per questo a Rovereto dal 5 all'11 settembre si ritroverà a discuterne l'associazione internazionale di climatologia. Un congresso prestigioso. Basti pensare che gli Emirati Arabi si erano offerti per ospitare l'evento, ma è stato scelto il Trentino. «Ne siamo orgogliosi», hanno detto ieri alla presentazione il vice presidente della Provincia, Alberto Pacher, ed il vice sindaco di Rovereto, Gianpaolo Daicampi. «Questo - hanno concluso - dimostra l'attenzione e la sensibilità del nostro territorio alle delicate tematiche dell'ambiente e del cambiamento climatico».













Scuola & Ricerca

In primo piano