la conferenza

Clima, dai giovani 60 proposte all'Agenzia per l'ambiente

Diffusione di pratiche agricole sostenibili, stop a nuovi impianti di risalita, limiti al consumo di suolo, efficientamento dei bacini irrigui e manutenzione degli acquedotti: ecco cosa si può fare per la sostenibilità


Ilaria Puccini


TRENTO. Diffusione di pratiche agricole sostenibili, con corsi di formazione, incentivi e regolamenti; gestione delle acque, con l’efficientamento dei sistemi irrigui e la costruzione di bacini per la raccolta dell'acqua piovana (cisterne, invasi interrati, strutture di raccolta dell'umidità) e la riparazione degli acquedotti; ripensare il turismo, con il disincentivo della «monocultura degli sport invernali su pista», stoppando la costruzione di nuovi impianti di risalita sin da quest’anno; entro il 2030, definire una legislazione provinciale per limitare il consumo di suolo, arrestando questo fenomeno e investendo massivamente nelle aree verdi pubbliche.

Sono queste alcune tra le principali proposte emerse sabato pomeriggio nel corso della Conferenza Provinciale dei Giovani sul clima a Trento, promossa dall’Agenzia Provinciale per la Protezione Ambiente, e raccolte nel documento di sintesi che 40 giovanidi età compresa tra i 13 e i 35 anni, provenienti da 18 diversi territori del Trentino, hanno stilato dopo una giornata di lavoro.

Ne è uscito un documento preliminare suddiviso in circa 60 proposte suddivise in 10 punti, che hanno toccato le tematiche di agricoltura e allevamento, salute umana, biodiversità degli ecosistemi terrestri e acquatici, acqua, turismo e tempo libero, pericoli naturali e gestione dei rischi, paesaggio e patrimonio culturale, insediamenti e aree urbane, foreste e sevicoltura e infine governace multisettoriale.

Nel pomeriggio, a documento ultimato, si è fatto anche il punto sul percorso partecipativo: soddisfacenti i risultati sui due aspetti di agricoltura e gestione acque, con numerose proposte. «Peccato per il capitolo dedicato ai boschi, considerato che il Trentino si compone per quasi i due terzi di superficie boschiva» ha notato Mattia Ceccato, rappresentante per Bassa Valsugana e Tesino, un territorio che ancora oggi affronta le pesanti conseguenze della tempesta Vaia e la minaccia del bostrico. Nel documento, per ora, è solo una la proposta inerente alla gestione delle foreste: entro il 2030, si chiede di organizzare un servizio competente di valutazione multifunzionale per effettuare opere di rimboschimento intelligente, in particolare nelle aree boschive colpite da eventi meteorologici estremi (la cui presenza aumenterà sensibilmente nei prossimi anni) e che presentano potenziali rischi di natura idrogeologica, anche al fine di ampliare la naturale capacità di ritenzione idrica dei suoli.

«Ci troviamo davanti a un bivio che può essere anche un’opportunità - ha spiegato ancora Ceccato raccontando la sua esperienza di confronto con i tecnici della Fem - dobbiamo scegliere con quali piante effettuare il rimboschimento, ma c’è una forte pressione economica alla coltivazione dell’abete rosso, specie che però in bassa quota è tra le più colpite dall’insetto, mentre dovremmo puntare a riportare le specie native dell’area».

Luca Moschen, proveniente da Baselga di Piné, ha alle spalle un'attività di associazionismo con i giovani: la sua attività finanzia progetti dando la priorità ad aspetti climatici e sostenibili. «Principalmente abbiamo fatto due osservazioni: togliere i sussidi e sostituirli con incentivi premianti, sviluppati più sul lungo periodo con una parte erogata a obiettivo raggiunto, su qualcosa che abbia dato un risultato oggettivo e sostenibile».

Altro aspetto da migliorare in questo format, la comunicazione: nonostante la massiccia promozione nei gruppi universitari e presso le proprie comunità locali, più di un partecipante ha notato numeri inferiori alle aspettative, soprattutto nel capoluogo, dove gli studenti partecipanti sono stati perlopiù fuorisede. Occasione persa anche la mancata partecipazione del vicepresidente della Provincia e assessore all’Ambiente Mario Tonina, la cui presenza, cancellata il giorno prima dell’incontro, avrebbe potuto portare più attenzione su questa giornata.

Infine, alcuni partecipanti reduci da esperienze partecipative passate poi cadute nel vuoto si sono confrontati su come portare avanti le proprie proposte politiche nei prossimi mesi e a quali candidati presentarle. Perché come ribadito anche in questa sede dai funzionari Appa presenti - Roberto Barbiero e Lavinia Laiti - quale che sia il colore politico della prossima Giunta, sarà essa a doversene occupare, senza altri ritardi. Con la speranza che la voglia di partecipazione emersa da queste giornate non cada nuovamente nel vuoto.

 













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