Ciccolini offre anche l’auto del delitto

L’avvocato vuol risarcire la famiglia della ex che ha massacrato anche consegnando la Bmw in cui l’ha accoltellata



TRENTO. Ha offerto tutto quello che ha, Vittorio Ciccolini, per cercare di risarcire la famiglia di Lucia Bellucci, la sua ex fidanzata che ha massacrato a coltellate nella notte del 9 agosto tra Pinzolo e Campiglio. Nella foga risarcitoria, dettata anche dall’esigenza di ottenere le attenuanti generiche che potrebbero limitare di molto la pena, l’avvocato veronese ha offerto alla famiglia Bellucci anche la sua auto, ovvero la Bmw cabriolet sulla quale aveva trasportato il cadavere della povera estetista marchigiana fino a Verona, dopo averla uccisa. L’offerta, ovviamente, ha messo molto a disagio la mamma della ragazza, Maria Pia Bellucci, che ieri era presente all’udienza davanti al giudice Carlo Ancona. La donna, assistita dall’avvocato Giuseppe Galli, era sconsolata e, una volta uscita dall’aula, ha detto sconsolata: «Mia figlia non tornerà mai più. Io voglio solo giustizia, ma mi sa che qua...». Dopo una pausa eloquente ha spiegato che da parte di Ciccolini e dei suoi familiari non c’è mai stato neanche un tentativo di chiedere perdono: «Nessuno ci ha mai chiesto perdono. Non ci hanno scritto né hanno cercato un contatto». L’udienza è stata rinviata all’8 ottobre per permettere alla famiglia Ciccolini di mettere insieme il risarcimento. I suoi legali, gli avvocatiMarco Stefenelli, Umberto De Luca e Cristina Ciurli hanno chiesto il giudizio abbreviato. A Ciccolini, la Procura contesta l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dagli abbietti motivi e dall’aver agito in modo che la ragazza non potesse difendersi per averla portata in un luogo isolato e per averla fatta bere prima di aggredirla. Anche considerando lo sconto di un terzo della pena per il rito abbreviato, l’avvocato veronese rischia la condanna a 30 anni di reclusione. Può evitarla solo se il giudice gli concedesse le attenuanti generiche e le considerasse equivalenti alle tre aggravanti. Ma, perché si verifichi questa eventualità, Ciccolini deve risarcire la famiglia della vittima.

Ieri l’avvocato De Luca ha spiegato che gli amici di Ciccolini hanno fatto una colletta e che la madre e la sorella venderanno la casa di proprietà e la quota di un terreno. Il legale ha anche aggiunto che non si tratta di un risarcimento vero e proprio dal momento che il valore di questi beni resta ben lontano anche dai calcoli della giurisprudenza. In casi come questo, il risarcimento minimo si aggira sui 350 mila euro. Per questo la difesa ha parlato di un gesto di buona volontà, ovvero mettere a disposizione tutto quello che Ciccolini e la sua famiglia hanno. Si tratta di vedere se basterà per ottenere le attenuanti generiche.













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