Chiara, il medico diventata suora

La ventinovenne di Levico Terme sabato scorso ha preso i voti: «Svolgerò la professione tra la gente»


di Paolo Silvestri


LEVICO TERME. Medico e suora. O suora e medico. Da sabato scorso lo è Chiara Recchia, ventinove anni, dottore in medicina appunto, che nella cappella della casa madre delle Figlie di Maria Immacolata (le “Orsoline”) a Verona ha fatto la temporanea professione dei consigli evangelici (voti temporanei). Suor Maria Chiara domenica, nella sua Levico Terme, nella parrocchiale del Redentore, è stata poi accolta da una folla strabocchevole alla celebrazione del parroco don Ernesto Ferretti e del vicario don Vincenzo Lupoli, con l'accompagnamento del Coro Parrocchiale Pio X.

La storia di suor Maria Chiara è molto particolare. Dopo gli studi classici al Prati di Trento ha conseguito la laurea in medicina all'Università di Verona e subito superato l'esame di stato per lo svolgimento della professione medica. «Ho fatto anche qualche sostituzione», ricorda con voce che trasuda la gioia di chi ha compiuto con consapevolezza e serenità un passo importante. Basta sentire il suo racconto...

«L'incontro con la Fede è avvenuto piano piano – spiega suor Maria Chiara -. Fino a pochi anni fa non faceva parte della mia vita. Ero attratta soprattutto dagli aspetti tecnici e filosofici della vita. Nello studentato che mi ospitava a Verona ho conosciuto, per caso o per Provvidenza, delle suore. Io me ero sempre immaginate vecchie e fallite, ma ho trovato delle donne che avevano lasciato tutto e ne erano felici. Un mondo nuovo, che non conoscevo per ignoranza visto che fino ad allora avevo sempre frequentato persone e ambienti diversi». E in quel momento è successo qualcosa. «Mi sono interrogata, mi sono resa conto che la loro non era una scelta di fuga. Mi sono avvinata piano piano alla parola di Dio. E in quel momento ho iniziato a capire che era ben diversa da quella che avevo in mente dai tempi delle elementari. Mi si è rivelato, tra luci e ombre, un Dio di misericordia e non bacchettone come credevo prima. Attraverso le relazioni e la preghiera la Fede è cresciuta fino alla decisione di sospendere gli studi, non fare la specializzazione, ma iniziare il percorso che mi ha portata a prendere i voti».

Una scelta forte, che probabilmente collideva con le attese della sua famiglia. «All'inizio i miei genitori erano sorpresi dal mio cambiamento. Tornavo da Verona e la domenica andavo a messa, cosa che non avevo mai fatto prima. E temevano per i miei studi e per il mio futuro lavoro». Poi le cose sono però cambiate... «Non condividevano la mia scelta di vita: avevano altri progetti per me. Ma questa occasione di scontro è stato un modo per scoprire i miei genitori. Poi, nel vedermi così, mi dicono sempre, ha dato loro la forza per accettare la mia scelta. E così mi hanno accompagnata, assieme a mio fratello, più grande di me, che nei giorni della mia scelta si stava sposando e poi è diventato padre, e mia sorella più giovane nel mio percorso che ci ha portato sabato scorso a festeggiare tutti assieme».

Ma suor Maria Chiara rimane pur sempre un medico. «E, infatti, il progetto con la congregazione è proprio che io prosegua a fare il medico tra la gente. Il “carisma” delle Orsoline è cambiato. Una volta puntavano all'educazione attraverso le loro scuole. Ora lo fanno nelle scuole pubbliche facendo i concorsi ed entrando nelle graduatorie. Stando tra gente, insomma. Per quanto mi riguarda la sfida sarà fare i concorsi per medico di base».

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