Cassa in deroga budget di 5,6 milioni per coprire il 2015

E ora il Trentino punta ad anticipare il Jobs act di Renzi su contratto di ricollocazione e assegno di disoccupazione



TRENTO. I lavoratori trentini saranno coperti anche nel 2015 dalla cassa in deroga, avendo accumulato nel 2014, grazie ad una oculata gestione delle risorse, un "tesoretto" di 2,7 milioni di euro a cui si sommano i 2,9 milioni recentemente stanziati dal governo. Alle altre Regioni serviranno a coprire i fabbisogni già programmati, la Provincia di Trento li utilizzerà per garantire la continuità dei pagamenti dal 1° gennaio, senza intoppi. Inoltre Piazza Dante garantirà fino al 31 dicembre 2014 anche la mobilità in deroga, che a partire dallo scorso agosto può essere garantita dalle Regioni solo con risorse proprie: l'Agenzia del lavoro è stata autorizzata a destinare 147 mila euro alla copertura delle 178 autorizzazioni già rilasciate ad Inps. Sono i principali effetti del Protocollo d'intesa siglato ieri tra la Provincia e le parti sociali.

Fino al 2013 i criteri degli ammortizzatori in deroga erano definiti dalle Regioni e Province autonome con accordi con le parti sociali, a partire dal 2014 la competenza è passata in capo al ministero del lavoro. Il governo ha recentemente emesso in provvedimento che da un lato ha assegnato nuove risorse finanziarie alle regioni. Contestualmente ha però anche dettato nuove regole in materia di ammortizzatori sociali. La più impattante è quella che riguarda la mobilità in deroga, che a differenza della cassa in deroga, dal 2015 non potrà più essere erogata: anche il Trentino dovrà adeguarsi quindi dal prossimo anno alla nuova normativa nazionale.

Ma le decisioni annunciate ieri con la firma del protocollo provinciale sono state anche l’occasione per guardare avanti, alla luce dei primi due decreti attuativi del Jobs act che a livello nazionale introducono il contratto a tutele crescenti e la nuova Aspi (Naspi). Come si rapporterà il Trentino, che ha la delega sugli ammortizzatori, di fronte ai nuovi sostegni al reddito che scatteranno dal 1° maggio 2015? Il vicepresidente e assessore al lavoro Alessandro Olivi ieri ha detto che «il Trentino vuole restare battistrada»: «Ragioneremo con le parti sociali, non tanto per allungare i sostegni quanto per studiare interventi innovativi sulle politiche attive».

A indicare quali potrebbero essere alcune piste di lavoro è la Cgil. «Con la Naspi si introduce un sussidio che durerà fino a 24 mesi per chi ha 4 anni continuativi di lavoro e quindi ingloberà il nostro reddito di attivazione», spiega Franco Ianeselli. «Ma visto che la Naspi è più generosa con chi ha un contratto a tempo indeterminato, noi pensiamo che in Trentino, dove abbiamo allungato la mini-Aspi per i lavoratori discontinui, si possa mantenere questo tipo di sostegno migliorativo per i precari che hanno pochi contributi». Ma la Provincia di Trento potrebbe accelerare anche sul nuovo assegno di disoccupazione (Asdi), pensato su base Icef per chi ha esaurito la Naspi e si trova in una condizione economica difficile, dunque un sostegno che oggi si colloca a metà strada tra classica disoccupazione e il reddito di garanzia. C’è poi il contratto di ricollocazione, i voucher che i disoccupati che hanno subito licenziamenti collettivi potranno impiegare presso agenzie pubbliche o private per riqualificarsi e trovare un nuovo impiego: «Sulle politiche attive possiamo essere laboratorio - insiste Ianeselli - la ricollocazione prevista dal Jobs act dovrà venire prima della riforma del Progettone». Da qui a maggio, dunque, c’è tempo per riaprire il cantiere: sugli ammortizzatori nessuno vuole andare a traino del nazionale.

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