"Caseificio di Villa, posti a rischio"

L'allarme lanciato dalla Cgil: forte preoccupazione per una decina di lavoratori



VILLA LAGARINA. E' allarme lavoro al caseificio di Villa Lagarina. Le voci di possibili trasferimenti della produzione di latte fermentato allarmano il sindacato degli alimentaristi della Cgil che teme nuovi esuberi.

Dice Stefano Montani, segretario trentino della Flai Cgil: «Si diffondono sempre più insistenti voci che vogliono la produzione dello yogurt dello stabilimento di Villalagarina (ex caseificio Pinzolo Fiavè Rovereto) trasferita in tempi rapidi a quello della Trentinalatte di Roverè della Luna. Non riassumo quello che ci è stato raccontato appena un paio di anni fa dalla Federazione trentina della Cooperazione e dall'allora Presidente del caseificio Pinzolo Fiavè Rovereto, quando nella assoluta necessità di razionalizzare ed ottimizzare i costi, si è cercato di far passare la linea dell'indispensabilità di far convivere nello stabilimento roveretano la produzione di yogurt e formaggio (difficile equilibrio da realizzare a parere tecnico di chi è addetto al settore).

Non voglio ricordare nemmeno la montagna di soldi pubblici spesi per acquistare una nuova linea per lo yogurt (che mai ha funzionato a dovere) e nemmeno quelli spesi (molti di più) per l'acquisto degli immobili del caseificio da parte di Cooperfidi. Limito le mie considerazioni all'unità di produttiva di Villa Lagarina senza addentrarmi in quello che è successo (e succede) negli altri stabilimenti della oggi Latte Trento.

Dico questo per la semplice motivazione che i lavoratori di Villa Lagarina hanno già pagato un pesante dazio in termini occupazionali sull'altare del Polo bianco trentino. Sono quei lavoratori che hanno attraversato lo smembramento della vecchia Sav, intesa non solo come come uffici amministrativi, ma anche come Sav Frutta che è stata unificata con Cofrut riducendo il personale, come la cantina Sav di Calliano che è stata chiusa, come la Petrolmarket che ha subito la stessa sorte e come il mangimificio, anch'esso chiuso (e sempre di Cooperazione stiamo parlando).

E ribadisco che, non più di un paio di anni fa, si poteva leggere sulla stampa locale l'impegno del Presidente della Cooperazione, Diego Schelfi, e dall'assessore all'agricoltura, Tiziano Mellarini che, rispondendo alle nostra preoccupazioni, rispondevano: "prioritario è dare certezze all'occupazione" e "si farà un piano di salvataggio e non ci saranno licenziamenti". A proposito, Presidente Schelfi, che fino ha fatto quell'impegno, visto che ad oggi i lavoratori sono ancora a casa, nonostante l'accordo sindacale prevedesse il contrario?

Bene, (meglio sarebbe dire male) oggi la produzione di yogurt è scesa drasticamente, il più che possibile accordo tra Latte Trento e Trentinalatte verrà benedetto come una indispensabile sinergia per "aiutare" Latte Trento e 8 lavoratori rischieranno il posto (evitiamo, per favore, di dire, è sufficiente spostarsi da Rovereto a Roveré della Luna). Mancano solo i tempi tecnici e, speriamo, manchi ancora per un po' il benestare del consiglio d'amministrazione.

Qualcuno, poi, si prenda la briga di spiegare che per competere sui mercati nazionali e mondiali è necessario realizzare il famoso polo lattiero-caseario mandando ancora una volta a casa qualche lavoratore. Oggi lo spiegheranno ai lavoratori di Villa Lagarina, domani se le mozzarelle prenderanno la strada del Trentino settentrionale, lo spiegheranno anche a Fiavè», conclude Montani.













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