«Case in affitto, serve un codice identificativo»

Trento. Gli albergatori di Asat (ma anche quelli dell’Unat) chiedono norme più rigide per regolamentare il mercato degli affitti privati. Come abbiamo scritto ieri, il tema è stato affrontato anche...



Trento. Gli albergatori di Asat (ma anche quelli dell’Unat) chiedono norme più rigide per regolamentare il mercato degli affitti privati. Come abbiamo scritto ieri, il tema è stato affrontato anche all’assemblea di Asat di martedì, non solo con una presa di posizione “istituzionale” nel corso del suo discorso da parte del presidente Gianni Battaiola, ma anche con alcuni approfondimenti a margine dell’evento. Parlando con i giornalisti, Battaiola aveva chiesto «regole uguali per tutti dentro lo stesso mercato», spingendosi a ipotizzare anche l’introduzione di una Partita Iva da far aprire ai proprietari delle case per evitare l’esplosione del fenomeno (per altro già assai diffuso) degli affitti in nero. Battaiola chiarisce il suo ragionamento, arricchendolo con un’altra proposta: «Noi non vogliamo penalizzare con altra burocrazia l’iniziativa privata. Chiediamo solo parità di trattamento. Penso che una buona soluzione di compromesso potrebbe essere quella di introdurre un codice identificativo di ogni alloggio che viene messo sul mercato. Già oggi chi si affaccia sui siti internet avrebbe l’obbligo di dichiarare la propria attività all’amministrazione, all’Apt ma anche alla questura. Il problema è che molti non lo fanno e sono difficilmente controllabili. Con un codice identificativo, invece, le verifiche sarebbero più veloci e immediate. E, a quel punto, chi sgarra e viene pizzicato senza codice dovrebbe essere punito con multe salatissime».

Stessa linea anche per il presidente di Unat Gianni Bort: «Non ci devono essere posizioni di vantaggio in uno stesso mercato. Noi non siamo per complicare la vita a nessuno. Partita Iva? Non so, l’importante è che si introduca un qualsiasi mezzo per rendere fiscalmente riconoscibili questi privati».

Sulla possibilità di introdurre un obbligo di Partita Iva prende invece le distanze l’assessore Roberto Failoni: «Mai detto. In maniera molto più concreta e pragmatica abbiamo la volontà di integrare nel sistema della ricettività turistica del Trentino questa componente partendo però da una conoscenza certa e definita su cui sviluppare processi di qualità e di una più organica e programmata capacità di accoglienza sul nostro territorio».













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