il flop

Carta d’identità elettronica esperimento fallito

A Trento in pochi la chiedono: costa cinque volte più del documento cartaceo ma non serve a nulla. E ora la macchina che le produce si è pure fusa


di Luca Pianesi


TRENTO. Sta lentamente naufragando anche a Trento il progetto del ministero dell'Interno che avrebbe dovuto portare tutti i cittadini, a partire dal 2005, a sostituire il loro vecchio documento d'identità cartaceo con la più moderna carta d'identità elettronica. E ciò nonostante la buona volontà e l'impegno messoci dall'amministrazione comunale che in 10 anni è riuscita ad erogare circa 22.000 tessere e a raggiungere delle percentuali di “sostituzione” tra le più alte d'Italia. Se a Torino, infatti, negli ultimi due anni, nemmeno il 2% delle carte d'identità emesse erano elettroniche e a Milano e Firenze non si era superato il 5% a Trento nel 2013 è stato raggiunto un più che onorevole 31%: delle 9.941 carte d'identità emesse dal Comune ben 3.133 erano elettroniche.

Nel 2014, però, questo rapporto è calato sensibilmente e delle 9.124 carte emesse in un anno, solo 1.895 sono state elettroniche. La ragione è legata alla stampante che le produce che dallo scorso ottobre si è rotta e ad oggi non è ancora stata sostituita. «La macchina che fonde il tesserino con il cip elettronico è fuori uso da ormai 5 mesi – spiega l'assessore al decentramento del Comune Renato Tomasi – e la cosa curiosa è che abbiamo saputo che è un evento piuttosto frequente: è successo, infatti, a moltissime amministrazioni comunali comprese quelle di Milano, Torino e Firenze. A quanto pare se la macchina viene usata per produrre più di una decina di tessere al giorno rischia di saltare. E una volta rotta farla aggiustare è troppo costoso, i pezzi sono introvabili, e quindi conviene procedere ad un nuovo acquisto. La giunta comunale ha ragionato sul fatto di dotare o meno Trento di un nuovo apparecchio ed è stato deciso di procedere all'acquisto. Il costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 7.000 euro e quindi da maggio contiamo di poter tornare a erogare la carta d'identità elettronica ai cittadini che la richiederanno».

L'interrogarsi della giunta comunale sull'opportunità o meno di dotarsi di una nuova stampate nasce dal fatto che ad oggi la tessera elettronica di elettronico non ha praticamente nulla. Il suo chip, infatti, è praticamente svuotato di ogni funzione e oltre ad essere plastificata, ad essere più piccola del tradizionale documento cartaceo e a costare 5 volte di più (il cittadino la paga 25 euro invece che 5) è esattamente come la vecchia carta d'identità. Voluta nel 1997 da due leggi firmate dall'allora ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini e divenuta “progetto sperimentale” col governo Berlusconi (una prima fase era stata avviata nel 2001 per poi essere riproposta nel 2005) la carta d'identità elettronica si sarebbe dovuta trasformare in una tessera “tutto fare” completa di informazioni sul gruppo sanguigno del proprietario, impronte digitali, firma elettronica, informazioni sanitarie e codice fiscale. Nel 2006 l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato stimava in 537,6 milioni di euro i costi per assicurare quasi 49 milioni di carte. «A nove anni di distanza possiamo dire che è tutto fermo – completa l'assessore Tomasi – nei fatti il tesserino elettronico ha le stesse funzioni della vecchia carta d'identità. La sperimentazione doveva finire nel 2007 e invece nessuno dal ministero s'è più fatto sentire. Noi continueremo a produrne perché la domanda c’è, in attesa che anche da Roma qualcosa torni a muoversi».













Scuola & Ricerca

In primo piano