IL BILANCIO

Caritas, triplicate le famiglie in difficoltà 

Il responsabile Alessandro Martinelli snocciola i dati: 3200 pacchi spesa consegnati nel 2020, tre volte quelli del 2019 Il richiamo del vescovo Lauro Tisi: «Ogni giorno virologi in tv. ma dimentichiamo il vero dramma della pandemia: la solitudine»


Valentina Leone


TRENTO. “Stiamo facendo i conti con la cosiddetta povertà “grigia”, con famiglie che prima, bene o male, anche con un solo stipendio, ce la facevano, mentre adesso non riescono a sopravvivere”.

L’allarme lanciato dall’arcivescovo Lauro Tisi e dal direttore della Caritas Alessandro Martinelli trova conferma nei dati del 2020 relativi agli aiuti messi in campo dalla diocesi per le persone in difficoltà: solo a Trento sono stati consegnati 3.200 pacchi spesa, quasi il triplo, secondo prime stime, rispetto al 2019. A livello provinciale, sono stati oltre 3.900 gli interventi, tra accoglienza, ascolto, servizio viveri e vestiario, con 910 persone incontrate dai Cedas (Centri di ascolto Caritas) di Trento e Rovereto. Ben 536 le persone aiutate in questi mesi di pandemia attraverso il fondo solidale straordinario “InFondo speranza”, avviato a inizi luglio per sostenere singoli e nuclei familiari in difficoltà, mentre in media ogni giorno la Caritas riceve un centinaio di telefonate.

Le conseguenze socio-economiche provocate dall’emergenza sanitaria si stanno facendo sentire, e monsignor Tisi ha invitato tutti a non considerare il problema solo come “una questione di tecnica e affari”. “Mentre ogni giorno abbiamo la sfilata di virologi in tv, si aspettano con ansia i numeri dei contagi, rischiamo di dimenticare la realtà: la vera notizia è la solitudine alla quale sono condannate tante persone in questo momento. L’emergenza è quella di chi perde il lavoro, la casa. E poi ci sono gli anziani, che per decenni hanno mandato avanti intere famiglie, sono stati il nostro welfare, hanno costruito questo territorio e oggi li facciamo sentire giudicati, c’è la percezione che siano un peso sociale”.

Anche il direttore della Caritas conferma che le situazioni di vulnerabilità hanno visto un’impennata nell’ultimo anno: “Tanti trentini ci chiamano per chiedere aiuto e ci dicono che mai nella loro vita avrebbero immaginato di doversi trovare costretti a contattarci”. E una zona che sta soffrendo moltissimo, spiegano, è quella di Riva del Garda e Arco: attività stagionali che non sono partite e settori, come quello, fieristico, fermi da febbraio, hanno portato a crisi fortissime. “Nessuno lo direbbe mai, eppure vediamo che è l’area più colpita da situazioni di povertà al momento”.

Come anticipato nei giorni scorsi dal nostro giornale, la diocesi aprirà una nuova residenza che ospiterà 15 persone richiedenti protezione internazionale: si tratta di migranti arrivati via terra e in attesa del via libera del Commissariato del governo per entrare nel sistema di accoglienza. La struttura prescelta è villa San Niccolò, sopra Ravina, e la partenza è prevista per la prossima settimana. Caritas fa presente che quest’anno le persona che si trovano in questa situazione sono più degli altri anni, e questo per vari motivi: “A causa del Covid le procedure sono rallentate - precisa Martinelli - e in più sono aumentati in generale gli arrivi. Inoltre, abbiamo diverse persone che sono arrivate spontaneamente da Verona e Bolzano, dove i servizi di bassa soglia dell’emergenza freddo non sono partiti o partiranno con pochi posti”.

Sono poi 70 i giovani che hanno risposto all’appello della diocesi per mettersi a servizio della comunità, dopo che tanti storici volontari over 70, vista la situazione, sono stati invitati a fermarsi con le attività in via precauzionale. Quasi un milione di euro, infine, la cifra derivante dall’8x1000 e che la diocesi ha messo a disposizione soprattutto per le attività di Comunità solidale e Caritas.













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