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«Carcere, niente più soldi per il riscaldamento»

Il coordinatore dei garanti dei detenuti Franco Corleone ha visitato Spini e ha denunciato le gravi carenze della struttura definita una scatola vuota


Daniele Peretti


TRENTO. Inverno al freddo al carcere di Spini, perché allo stato attuale non ci sono risorse sufficienti per il riscaldamento invernale; alla pari dell'impossibilità di riparare i quattro ascensori fuori uso, sui sette disponibili. E' emerso anche questo dalla visita che ieri mattina Franco Corleone, esponente dei Verdi Arcobaleno e presidente dei garanti regionali delle carceri, ha fatto nell'istituto di pena trentino: “Solo una bella struttura che finisce per diventare un contenitore all'interno del quale non c'è nulla. Qualsiasi analisi non può che partire da due gravi inadempienze. La prima è il perpetuarsi della mancanza di un direttore e questa è a carico dell'amministrazione statale. Mentre è colpa di quella provinciale, il non aver ancora nominato il garante regionale, che ormai quasi tutte le regioni d'Italia hanno”. E un istituto carcerario che ogni quattro mesi cambia referente, non può che finire al margine della realtà nazionale e la mancanza di un controllo diretto, non può che creare quei ritardi amministrativi che possono portare anche alla mancanza di fondi per la normale amministrazione. Nell'incontro promosso dal Partito Democratico, al quale era presente anche Marco Boato, Corleone ha così proseguito: “Il vuoto di potere è senz'altro una concausa dei suicidi in carcere. Consideriamo la situazione specifica che parla di un carcere decentrato, che rende più difficili le visite dei parenti ed il lavoro dei volontari. Nelle celle si continua ad avere la terza branda, seppur abusiva nell'ambito della nuova normativa. Manca un refettorio ed i carcerati sono costretti a mangiare all'interno delle celle, perdendo una possibilità di socializzazione. La cucina del carcere femminile è stupenda, ma inutilizzata perché mancano i fondi per pagare le “mercedi” alla cuoca scelta tra le carcerate. La biblioteca è solo un punto di prelievo e non di lettura e per concludere, nei periodi di ferie dei dirigenti, si finisce in una autogestione non propositiva degli stessi carcerati.” Ma nell'analisi di Corleone, non manca nemmeno il paradosso:” Appena entrati nel cortile, ci si trova di fronte alla palazzina riservata ai detenuti in semilibertà: occupata da un solo detenuto”. Nell'introduzione della conferenza stampa, Mattia Civico ha sottolineato come tre morti in carcere, non possono passare inosservati dalla politica che si deve impegnare maggioramene non solo per la nomina del direttore, ma anche per trovare lavoro ai detenuti che oggi sono occupati solo due mesi all'anno. Lo stesso rapporto con l'istituzione scolastica è molto difficile: “Si configura una grave situazione accentuata dalla mancanza di un direttore che va a penalizzare un territorio che ha molto investito in questa struttura, che è solo bella da vedere.” I detenuti sono 223 (18 donne), dei quali il 69% stranieri ( 45 tunisini, 30 marocchini, 21 albanesi e 10 rumeni); 37 i tossicodipendenti; 179 stanno scontando una pena definitiva e sono 25 quelli in attesa del primo giudizio. L'unica misura alternativa adottata, sono i domiciliari. “ In conclusione quello che più mi ha colpito, è la mancanza di progettualità: allo studio non c'è nulla – ha detto Corleone – non si ha assolutamente idea di cosa fare per cambiare la situazione attuale. Un esempio? Quando abbiamo parlato di spazi riservati all'affettività, mi hanno fatto vedere su un tablet quello che si fa in un carcere francese”.













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