Cara Italia, mangia questa minestra

Camere con vista. Il senatore Tonini chiede al Pd (con altri 14) di seguire l’agenda Monti oltre il 2013: «Per salvare il Paese»


di Paolo Mantovan


Monti, Monti, Monti. FullMonti, TreMonti, SupermarioMontiBalotelli, la Merkel, Berlusca che ritorna (o vorrebbe), lo spread, lo scudo, la Camusso, poi Monti si candida, anzi no, e dice: “Italia, duro percorso di guerra”. Ma cosa vi credete? Che il premier possa pensare alle autonomie di Trento e di Bolzano? C’è ben altro. Ci sono i destini dell’Italia. E i partiti giocano.

E così bisogna adeguarsi. E anzi bisogna prendere l’agenda del premier Monti, non solo sfogliarla, ma tenerla davanti agli occhi come il faro del nostro cammino nei prossimi anni. Lo dice il senatore trentino del Pd . Giorgio Tonini e lo dice assieme ad altri 14 esponenti del Partito Democratico che hanno pubblicato una lettera con cui chiedono al loro partito di mettere le cose in chiaro: non si può essere di governo e di lotta, bisogna essere di governo e basta perché là fuori, in Europa, ci chiedono già adesso: “Sì, i tagli van bene. Ma quando va via Monti chi ci garantisce che tutto continua così?”. Quindi, caro Pd, dicono i 15 (tra cui anche Cabras, Follini e Pietro Ichino) forza, svegliati e giura sull’agenda di Monti.

«Ma sì - spiega Tonini - La lettera prende una posizione netta e chiara per il dopo-Monti, per il 2013: il nostro programma, quello del Pd, è dentro l’agenda Monti o no? Guardi che è una questione vitale per l’Italia. Perché dalla prossima primavera, dalle elezioni, tutti si chiedono se l’Italia onorerà i suoi impegni».

Ok, ok. Dobbiamo essere seri e restare seri. Ma la richiesta di un impegno a Bersani vuol dire già scegliere le alleanze per il Pd: abbracciare Casini e abbandonare Di Pietro o Vendola, no? «Ovvio che si pone il problema delle alleanze. Ma è una cosa che viene dopo. Prima dobbiamo dirci che cosa vogliamo fare e poi in base a questa scelta ne discendono le alleanze». Ma voi volete pure Monti, Passera, Barca e tutti gli altri? «Anche questa è un’altra questione ed è un falso problema. Ora si deve seguire la rotta del risanamento finanziario, mettere le basi per la crescita economica trovando l’equilibrio sociale. È una cosa seria, significa governare seriamente. Anzi, sa che le dico? Che bisogna scegliere subito questa linea, perché non possiamo traccheggiare e tergiversare con questo spirito pur cui voto sì ma poi dico no».

Due giorni fa sembrava Monti fosse pronto a scendere in campo, il giorno dopo ha smentito. «Sì, d’accordo, ma ripeto che questo discorso non mi interessa e ora è inopportuno. Bisogna guardare alla rotta e dare chiarezza di ciò che faremo. Dobbiamo già presentarci con le idee chiare per il dopo Monti. Non vorrete mica restare dentro questo bipolarismo sgangherato che abbiamo vissuto in questi anni...» Ahi ahi ahi “bipolarismo sgangherato” è un po’ come chiamare subito sul tavolo una “grande coalizione”. «Ma no, dai. Siamo sinceri: stendiamo un velo pietoso su ciò che è stato il berlusconismo, tre volte fallito e con lui è fallita l’Italia e non nascondiamoci anche che non possiamo ripresentare una esperienza di centrosinistra così terribile come quella del 2006-2008, incapace di stare in piedi». Sul centrosinistra sono cose che la riguardano, caro senatore, sul centrodestra invece, guardi un po’, c’è Silvio che si riaffaccia, fa sapere che può tornare a candidarsi da leader, anzi, che è necessario per tenere in vita il suo partito e il centrodestra: glielo dicono i sondaggi. «Berlusconi fa il suo gioco - riprende Tonini - vedremo se qualcuno gli crede».

Ieri sui social network impazzavano i commenti dopo che l’onorevole pidiellina Nunzia De Girolamo aveva lanciato il tweet: “#Berlusconi si ricandiderà a premier. L'ipotesi di un ticket con #Alfano (corriere.it) Farò RT dei vostri commenti”. Da parte dei simpatizzanti del Pdl tantissimi commenti pesanti anche nei confronti di Berlusconi e a favore del rinnovamento. Ma, si sa, quella è solo una parte del popolo. «Già - continua Tonini - È vero che Berlusconi un po’ c’è e un po’ non c’è e che il Pdl è in ua situazione drammatica. Ma non è affar mio. Io guardo al Pd e dico: vogliamo camminare con certezza verso la metà oppure facciamo il verso all’Unità che spara ogni giorno contro Monti?». Tonini, scusi, ma da quando lo fa, l’Unità ha aumentato il numero di copie vendute... «Bene, bene ehehehe - ride - tanti auguri, ma avanti così e dovremo cedere la mano».

E intanto con tutti questi problemi e queste priorità va a finire che restiamo tutti con un palmo di naso: la riforma elettorale non si farà e resterà il Porcellum. «Beh, in effetti - rientra Tonini - non abbiamo molto tempo, anche se qualche settimana c’è. Siamo sotto il pungolo del presidente della Repubblica Napolitano, però tutti e due i partiti più grossi, il Pdl e il Pd, sono in difficoltà su questa partita. Noi, con Violante, abbiamo buttato lì l’ipotesi di un sistema un po’ tedesco e un po’ spagnolo... Ma per il momento è fumata nera».

Bene, molto bene.













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