Caos alle Poste, anche il Trentino in ginocchio

Roma rassicura: «Siete un'isola felice». Ma in molti uffici è blackout


Alessandro Maranesi


TRENTO. «Buongiorno, sono qui per ritirare la pensione». «Mi spiace, non si può». «Posso spedire una raccomandata?» «Proviamo, ma non so se poi parte». Questi i discorsi che dal primo giugno capita di sentire negli uffici postali in provincia e che stanno mettendo in cattiva luce un sistema che già normalmente non brilla per efficienza. La colpa? Un nuovissimo server a Roma. Il server sta bloccando il ritiro delle pensioni, il pagamento delle bollette, la consegna e il trasferimento di denaro e, in alcuni casi, persino lo smistamento della posta ordinaria e delle raccomandata e impedisce le operazioni degli uffici postali di tutt'Italia. Trentino compreso, anche se al Centro direzionale di Poste italiane dell'area Nord-Est ancora ieri affermavano che «la vostra zona è un'isola felice e non riscontriamo problemi». Peccato che a Gardolo ieri mattina si segnalava il blackout totale. Stesso discorso in viale Verona dove, dopo poche ore di relativa tranquillità, il "cervellone" è di nuovo impazzito. In via Degasperi i clienti, soprattutto anziani, erano preoccupati e allo stesso tempo arrabbiati: per pagare la spesa e le bollette, dicevano, «non possiamo aspettare i comodi del computer». E chi pensasse che in giro per la provincia le cose andassero meglio si sbaglia di grosso: a Canazei si registravano grossi problemi, «anche se altri uffici della valle stanno funzionando» precisa l'operatrice. Altri blocchi delle operazioni si sono registrate in Valsugana e in tutti quegli uffici che sono passati al nuovo server. Ma per la Poste di Mestre (i responsabili provinciali del servizio erano stati incaricati di tenere la bocca cucita) il Trentino è, come già ricordato, «un'isola felice». Pure dopo la segnalazione dei gravi disagi in corso, Patricia Da Rin, responsabile della comunicazione territoriale Nord Est di Poste italiane, affermava che «i dieci maggiori uffici postali funzionano regolarmente e in quelli minori si riscontra solo qualche ritardo». Anche se in realtà bastava passare per il centro di via Muredei poco prima delle ore 13 per leggere un laconico cartello posto sulla porta d'entrata: "Ufficio chiuso per guasto tecnico". Certo, in effetti le poste centrali del capoluogo, ieri, funzionavano. Così come l'ufficio di via Gazzoletti, non distante dalla sede della Provincia, ha visto una progressiva stabilizzazione della situazione. Ma, soprattutto nel palazzone marrone di piazza Vittoria, ieri le file erano quelle di giornata da bollino rosso e, come ha spiegato un dipendente, «i disagi degli altri uffici si stanno riversando qui da noi». Il motivo della relativa regolarità di esercizio anche nelle transazioni economiche e nei pagamenti di questa sede è poi presto detto: «Gli uffici periferici sono collegati al nuovo sistema centralizzato, noi invece funzioniamo solo perché siamo ancora connessi a quello vecchio» spiegano alla sede centrale trentina. E, sentite queste parole, chissà se c'è da stare allegri nel sentire ancora Da Rin quando spiega che «a Roma è quasi tutto a posto: per sistemare il problema lavorano insieme tecnici italiani e americani. Da una settimana».

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