IL CASO

Canova lancia l’allarme: due medici vanno via, ambulatorio a rischio

Caser in pensione e Kutilikova trasferita: resta solo Mahmoud per tre pomeriggi alla settimana. E a Gardolo tutti i dottori sono al numero massimo di pazienti  


di Daniele Peretti


TRENTO. La comunità di Canova lancia un appello per evitare di perdere l’ambulatoria medico. Il rischio è concreto perché col pensionamento del dottor Caser e col trasferimento dal primo aprile della dottoressa Hana Kutilikova a Gardolo, nella struttura di Via Canova resterà solo il dottor Mahmoud per tre pomeriggi alla settimana.

La struttura è di proprietà comunale, ma non per questo è data in uso gratuitamente e quindi senza la presenza di tre medici, la gestione diventa antieconomica. Ma anche la situazione a Gardolo non è delle migliori perché tutti i dottori presenti sono ormai al numero massimo di pazienti ed il rischio per i residenti è quello di doversi rivolgere alla medicina di base dei sobborghi. Il disagio maggiore è per le persone anziane per le quali andare a Gardolo potrebbe essere un problema.

La Circoscrizione si è mossa sia a livello di assessorato provinciale alla Sanità che presso l'Azienda sanitaria , ma al momento non si è arrivati a nessuna soluzione concreta. I nuovi medici saranno assegnati solo dopo il concorso ( e qui la domanda che viene fatta è se non si sia anticipato il bando dal momento che il pensionamento del dottor Caser era noto da tempo) ed allora la soluzione più rapida potrebbe essere quella di un sostituto.

Ma entriamo in un ambito critico della medicina di base trentina perché a mancare sono i medici ed il caso di Canova non è isolato. Ogni dottore ha il limite dei 1500 pazienti non derogabile nemmeno in casi d’emergenza temporanea come potrebbe essere il caso di Canova. In questa situazione svanisce la possibilità della scelta fiduciaria del proprio medico e si finisce per essere costretti ad affidarsi al primo libero cercando di limitare i disagi.

A Canova ad essere in ansia sono particolarmente le persone anziane che andavano dal medico a piedi ed il tragitto poteva essere anche l'occasione per incontrare altre persone e chiacchierare. In queste condizioni chi è in grado prenderà l'autobus e gli altri si affideranno a parenti e amici. La speranza è che si tratti solo un disagio temporaneo la cui soluzione possa arrivare in tempi brevi.













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