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Cannoni a 3 mila metri, il record di Pejo

Via libera all’impianto di innevamento artificiale più alto del Trentino, per poter sciare sulla pista della val della Mite


di Andrea Selva


TRENTO. Sempre più numerosi, sempre più potenti e a quote sempre più elevate. Con il via libera della giunta provinciale - accordato ieri mattina - i cannoni sparaneve arriveranno anche a 3 mila metri per innevare la pista della val della Mite, servita dalla nuova funivia Pejo 3000. Si tratta dell’impianto di innevamento artificiale più elevato in Trentino. Più alto della Marmolada, dove le funivie che salgono da Malga Ciapela arrivano a 3.200 metri ma la neve artificiale si ferma molto più sotto. Più in alto del ghiacciaio del Presena, dove si scia a 3 mila metri di quota ma i cannoni sono al servizio della pista nella parte inferiore del ghiacciaio. Una notizia che racconta come sta cambiando il clima, anche alle quote più elevate.

Gli impiantisti di Pejo 3000 non vogliono che si ripeta una stagione drammatica come quella dell’anno scorso, così povera di precipitazioni che la moderna funivia che sale da Tarlenta ai Crozi Taviela (dove c’era una volta il Rifugio Mantova) entrò in funzione solo a febbraio (per un paio di giorni alla settimana) mentre la pista della val della Mite fu aperta agli sciatori solamente il 3 marzo.

Si fa presto a dire neve: lassù, a 3 mila metri di quota, sui versanti rocciosi del Vioz, nel gruppo del Cevedale, in un terreno caratterizzato dalla presenza di giganteschi massi “montonati” dai ghiacciai, per poter scendere con gli sci di neve ce ne vuole davvero molto. E quella artificiale - hanno spiegato i tecnici delle funivie nella relazione sottoposta alla Provincia - garantisce risultati migliori rispetto ai fiocchi naturali che a quelle quote sono spesso leggerissimi, tanto che il vento li spazza da un versante all’altro rendendo inutili i lavori di battitura delle piste.

Alla fine la Provincia ha dato il via libera al più alto impianto di innevamento del Trentino, nonostante i dubbi avanzati già quattro anni fa, quando i cannoni sparaneve vennero autorizzati “solamente” fino a 2.500 metri di quota: «Non sono emersi problemi dal punto di vista tecnico e ambientale, considerati anche i buoni risultati d’inserimento paesaggistico ottenuti con l’impianto realizzato finora» ha detto l’assessore Mauro Gilmozzi. Il nulla osta è arrivato anche sentito il parere del parco dello Stelvio e valutata l’incidenza ambientale.

Il freddo - fondamentale per i cannoni - a quelle quote non dovrebbe essere un problema. E l’acqua? Sul posto ci sono sorgenti e laghetti sufficienti per garantire i 170 mila metri cubi d’acqua che gli impiantisti contano di utilizzare per creare - a inizio stagione - un fondo di circa 40 centimetri di neve artificiale che farà da base per i fiocchi naturali. Quanto basta - confidano i tecnici della società funiviaria - per garantire l’apertura della pista a inizio stagione, quando è maggiore la domanda da parte degli sciatori.

Ma i cannoni a 3 mila metri non sono l’unica novità a Pejo 3000, visto che il progetto prevede anche la realizzazione di un rifugio d’altissima quota, proprio alla stazione d’arrivo della funivia, nei pressi del vecchio rifugio Mantova al Vioz. Così lo scavo per le condotte dell’innevamento artificiale servirà anche per ospitare l’acquedotto e la fognatura che collegheranno la nuova struttura con la rete già esistente presso il rifugio Doss dei Cembri.













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