Camici e mascherine “made in Trentino” 

Scende in campo Confindustria. Manzana: «Stiamo aspettando le certificazioni e potremo garantire in loco buona parte del fabbisogno dei nostri ospedali». Una decine le imprese trentine che in tempi brevissimi si sono covertite. Fra queste ci sono La Sportiva e Texbond



Trento. Se l’approvvigionamento dall’estero diventa difficile, ecco che le imprese trentine si muovono per garantire quei dispositivi di protezione individuale indispensabili per i sanitari e anche per alcuni settori produttivi. Sono infatti una decina le aziende del territorio che in tempi brevissimi si sono riconvertite per produrre soprattutto mascherine e camici. Per la parte tessile, tra gli altri, ci sono Calzedonia, La Sportiva, Texbond e Cipriani.

«Fin dal principio, Confindustria Trento si è attivata, al fianco della Provincia autonoma di Trento e della Protezione Civile, per reperire dispositivi di protezione individuale per le nostre produzioni e per la sanità: si badi bene, si tratta di dispositivi diversi e non intercambiabili. Ci siamo adoperati - scrive Confindustria in una nota - affinché alcune imprese associate del settore tessile o della produzione di tessuti potessero riconvertire le loro produzioni per cucire e assemblare i dispositivi: ad oggi, una decina di aziende (anche collaborando insieme tra di loro) hanno realizzato i modelli e avviato la produzione di mascherine, ma soprattutto di camici per gli operatori sanitari». Le certificazioni, per le quali le imprese si sono rivolte ai Politecnici di Milano e Torino, dovrebbero arrivare entro l’inizio della prossima settimana, come ha spiegato ieri il presidente di Confindustria Fausto Manzana intervenendo alla conferenza stampa giornaliera della task force provinciale per l’emergenza Coronavirus. «Siamo ottimisti - ha detto Manzana - e riteniamo che in questi giorni le certificazioni arriveranno. Potremo garantire in loco una buona parte del fabbisogno dei nostri ospedali». Si parla di centinaia di migliaia di capi, che potranno già da lunedì essere utilizzati dai sanitari o, come nel caso delle mascherine, da tutta la popolazione, dai lavoratori delle imprese a quelli supermercati.

Alle imprese, in primo luogo quelle che insistono sulle filiere essenziali, sono invece arrivate negli ultimi giorni 90mila mascherine: non si tratta del tipo di mascherine che si impiegano negli ospedali, ma di un modello standard fatto per garantire la sicurezza negli ambienti di lavoro. Raccogliendo inoltre l'appello di una serie di realtà non associate, Confindustria ha destinato loro parte del materiale ed è in attesa di un nuovo carico da 30mila pezzi. V.L.















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