CALCIO: LA FOLLIA AL 96'Il portiere Zomer: "Sono un uomo distrutto", ma l'Alto Adige vuole scaricarlo / Foto - Video

"Mi è dispiaciuto leggere parole come quelle apparse su tutti i giornali. I folli sono altri, io non ho mai ammazzato nessuno nella mia vita, sono andato incontro ad un avversario con cui mi sono scontrato, un altro arbitro non avrebbe, probabilmente, fatto niente"
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BOLZANO. «Dire che mi sento distrutto è poco. Mi dispiace veramente per tutti, principalmente per una società alla quale mi sono sempre sentito legato». Davide Zomer, il giorno dopo. Il portiere roveretano, che con un fallo di reazione a gioco fermo al 96' ha causato la retrocessione dell'Alto Adige, non si nasconde, prova a metterci la faccia, anche se l'importanza del suo errore  (VIDEO) rimarrà per sempre nella storia e nel ricordo di questa società. Un episodio che ha gettato al vento una stagione, che lo stesso Davide aveva contribuito, nella gara d'andata, ad indirizzare verso un finale trionfale. Ed invece...

«Su quella uscita ero in netto anticipo su Lapadula, forse di due metri. Mi aspettavo che il giocatore del Ravenna mi saltasse una volta accortosi che avevo preso la palla, invece lui non ha alzato la gamba ed ho visto i tacchetti che mi sfioravano la testa. D'istinto mi sono precipitato verso di lui, mentro lo stavo raggiungendo lui si è alzato di scatto ponendosi difronte a me. Non ho fatto in tempo a fermarmi e ci siamo scontrati. Il fatto che io sia venti centimetri più alto di lui ha contribuito ad enfatizzare l'accaduto, la verità è che se concedi quei rigori a calcio non si può più giocare».

Però quelli nervosi dovevano essere loro che stavano retrocedendo, non lei che di lì a poco avrebbe festeggiato. «Io non ero nervoso, la mia è stata una reazione d'istinto che derivava dallo spavento di potermi fare male per un irresponsabile. Difatti il mio intento era quello di corrergli incontro per chiedergli se era matto».

Ed invece la figura del matto l'ha fatta lei.
«Mi è dispiaciuto leggere parole come quelle apparse su tutti i giornali. I folli sono altri, io non ho mai ammazzato nessuno nella mia vita, sono andato incontro ad un avversario con cui mi sono scontrato, un altro arbitro non avrebbe, probabilmente, fatto niente. Certo, potevo evitarlo e adesso saremmo qui a parlare di altro. Purtroppo, e mi dispiace, ho reagito in quella maniera».

Il tutto è stato reso ancora più eclatante dal fatto che pochi minuti prima aveva perso la palla a favore di Lapadula, che poi aveva tirato alto a porta vuota.
«Se vi guardate bene le immagini non potete non vedere che, dopo la mia uscita, Franchini non riesce a fermare la corsa e mi viene addosso. Per quello perdo il pallone».

Nel suo futuro cosa vede?
«In questo momento non sto guardando al futuro, non ne ho la forza. So solo che per tre secondi ho rovinato quelli che erano stati due anni molto positivi nella mia carriera, in una società a cui mi sono sempre sentito legato. Purtroppo la vita è così. Quello che hai fatto in passato se lo dimenticano tutti in fretta».

Lei ha un altro anno di contratto. Crede che la società lo voglia rispettare o si aspetta che le chiedano una rescissione?

«Fino a questo momento non ho ricevuto una comunicazione da parte di nessuno. Certo, è chiaro che in questi momenti un colpevole va dato in pasto alla gente. In ogni caso so di aver sbagliato e me ne sto zitto. Quando la società avrà qualcosa da dirmi mi può chiamare».

C'è qualcosa che l'ha ferita più di altre?

«Se devo essere sincero non mi aspettavo determinate parole in pubblico da parte del mister, anche se capisco che a caldo si dicano cose che non si pensano. Ripeto, non sono un assassino, faccio il portiere di calcio».













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