Cacciari arriva in Trentino"La vostra autonomia è a rischio"

Il rischio si chiama «federalismo» e l’ex sindaco spiega: «La vostra specialità non è in discussione, ma le condizioni dell’autonomia, quelle sì»



Nel giorno in cui l’Upt sancisce la propria fine fissando l’assemblea che decreterà la nascita del Pdt, Massimo Cacciari boccia l’idea del «partito territoriale del nord». E ammonisce: «Trentino, la tua autonomia potrebbe cambiare».
Il rischio si chiama «federalismo» e l’ex sindaco spiega: «La vostra specialità non è in discussione, ma le condizioni dell’autonomia, quelle sì».
L’ex sindaco di Venezia, autorevole esponente della Margherita ma oggi lontano dalla politica attiva, sarà in Trentino sabato prossimo in occasione della tre giorni di studio organizzata a Comano Terme dal Centro di formazione politica di Milano di cui lo stesso Cacciari è presidente.
Professor Cacciari, insieme a Dellai lei sarà protagonista domenica di una tavola rotonda dal titolo: “Dove va la politica italiana”. Quali prospettive alternative vede all’attuale situazione politica?
«L’unica prospettiva possibile che vedo all’orizzonte per uscire dall’infinita transizione italiana è quella che si apra seriamente una fase costituente, cioè che le forze politiche responsabili trovino l’accordo per realizzare la riforma elettorale, la riforma dei punti della Costituzione che regolano i rapporti tra Stato e autonomie e quindi, più in generale, la questione del federalismo con il Senato delle Regioni e infine l’accordo andrebbe trovato anche su alcuni temi caldi del sociale e sulle pensioni».
Una sfida improba stante l’attuale quadro politico nel quale gli spiragli per fasi costituenti sembrano piuttosto improbabili...
«In effetti in questo momento non vedo assolutamente le condizioni per un percorso simile. Ma a fine legislatura queste condizioni potrebbero aprirsi. Bisognerà stare a vedere come deciderà di collocarsi Fini, chi emergerà come leader del Pdl».
Il nostro giornale ha intervistato nei giorni scorsi Dellai il quale ha sostenuto che a breve secondo lui si aprirà una fase di salute nazionale. Più pessimista di lei?
«Direi più ottimista. Un’intesa tra le forze politiche prima del 2013 è ottimismo».
Il governatore del Trentino ha lanciato nei giorni scorsi un nuovo partito territoriale, sostenendo la necessità di trovare alternative agli schemi politici nazionali. Ipotesi esportabile?
«Direi di no. E’ una prospettiva tipica del Trentino, del tutto particolare e frutto della vostra situazione “speciale”. In altre regioni possono nascere movimenti autonomistici come quello di Vendola in Puglia o Lombardo in Sicilia. Sempre di più si andrà verso una territorializzazione della politica, ma la situazione trentina è inesportabile».
E’ possibile un’alleanza tra queste forze territoriali che stanno nascendo anche al nord?
«Direi di no. Speriamo invece nasca il Pd nord, ma Dellai per primo vorrà mantenere l’autonomia del suo movimento».
In questi giorni in Trentino si dibatte sul ruolo della Regione: è giusto mantenere un ruolo chiave per questo ente?
«La Regione va bene, e l’autonomia non è in discussone. Ma è chiaro che in un riassetto federalistico del Paese, anche le condizioni di questa autonomia andrebbero ridiscusse nell’ambito del Senato delle Regioni. Non solo per il Trentino Alto Adige, ma anche per le altre regioni a statuto speciale».
Che idea si è fatto dell’Api di Rutelli e Dellai?
«Hanno compreso che il bipolarismo all’italiana è finito e che anche in Italia sarebbe meglio avere un bipartitismo. Hanno ragione a denunciare un’involuzione del Partito Democratico rispetto al disegno originario. Ma non credo che nemmeno loro rappresenteranno la salvezza dell’Italia».

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