C'è la crisi, boom di furti e truffe

Anno giudiziario: preoccupa anche la forte crescita dei pignoramenti


Ubaldo Cordellini


TRENTO. La crisi morde sempre di più. Lo si vede anche dall'aumento dei reati dei poveri. E' il dato più eclatante emerso ieri durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Sono quasi raddoppiate le piccole truffe per ottenere contributi o servizi scontati. Crescono anche reati odiosi come i furti in appartamento. In aumento anche la pedofilia telematica.

Una giustizia che si dibatte tra i soliti problemi di carenze di organico (a Trento si è sotto del 20 per cento) e una mole di lavoro che non accenna a diminuire. Il quadro tracciato ieri dal presidente della Corte d'appello di Trento, Francesco Abate, che tra un paio di mesi andrà in pensione, parte dalla mancanza ormai cronica di risorse per poi passare all'analisi dei reati commessi l'anno scorso nel distretto della Corte d'appello.

Il presidente ha parlato davanti a una platea senza avvocati, che hanno disertato la cerimonia per protesta contro la liberalizzazione voluta dal governo. Era presente solo il presidente dell'Ordine di Trento Patrizia Corona. Già nelle premesse, Abate ha avuto parole di elogio per il nuovo carcere di Trento che permette un'espiazione della pena decente, a differenza di quanto avviene a Bolzano. Entrando nel merito, il presidente della Corte d'appello ha osservato che la gravità della crisi si deduce anche dall'andamento di certi parametri giudiziari.

Pignoramenti. Uno dei parametri citati da Abate per mostrare come ormai le persone siano sempre più assillate dalla mancanza di soldi è quello relativo alle esecuzioni mobiliari, ovvero i pignoramenti. Il presidente ha spiegato che di solito sono azioni legali cui non si fa eccessivo ricorso perché portano a risultati scarsi. In tempi di crisi, però, ci si attacca anche a questo. Così i pignoramenti sono passati da 4.678 a 6.432 in tutto il distretto, con un aumento del 37,49 per cento. A Trento sono state 2.527 e a Rovereto 668.

Indebita percezione di contributi. In aumento anche i reati contro la pubblica amministrazione. Mentre a Bolzano cresce il peculato, reato tipico dei colletti bianchi, a Trento si registra il boom di reati come l'indebita percezione di contributi pubblici o la truffa contributiva. Si è passati da 178 a 354 denunce per il primo tipo di reati. Si tratta di episodi che non denotano una grande capacità criminale, ma piuttosto il tentativo di percepire contributi o sconti su tariffe pubbliche magari dando dati falsi sulle proprie capacità di reddito. Da notare che il reato scatta quando l'importo dell'indebita percezione supera i 1.999 euro.

Furti in casa. Altro indice della disperazione crescente è quello dato dai furti in abitazione. Nella relazione di Abate si legge: «La Procura di Trento registra una preoccupante impennata dei reati contro il patrimonio, sono raddoppiate le segnalazioni di furti in appartamento che, nel registro degli ignoti, sono passati da 217 a 509». Anche reati come usura e rapina hanno fatto registrare aumenti significativi.

Bancarotta. Con la crisi aumentano i fallimenti e, quindi, anche le bancarotte fraudolente che sono passate da 23 a 35. Un elemento, questo, come gli imprenditori siano in forte sofferenza e rischino anche la bancarotta.













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