Buttafuoco: «Serve creatività» 

Il Forum per la cultura. L’assessore Bisesti: «Un confronto senza paraocchi, aperto a una visione non autoreferenziale» L’incontro si è svolto a “porte chiuse”. Il responsabile scientifico: «Giusto così, i proclami arriveranno dopo»


Danilo Fenner


Trento. L’idea è nuova e al tempo stesso non lo è. Ad ogni volgere di assessore provinciale, infatti, i “tecnici” della cultura trentina – direttori di musei, responsabili di enti, dirigenti e funzionari – sono stati chiamati a un confronto generale per “fornire all’Assessorato alla Cultura innovativi supporti di carattere tecnico-culturale per la definizione di un Piano di Politica Culturale Provinciale”, come è scritto negli annunci che hanno preceduto l’ultima di queste iniziative, avviata ieri nel palazzo di Piazza Dante.

Tuttavia, va dato atto all’attuale assessore alla cultura, Mirko Bisesti, di avere introdotto quanto meno un paio di novità: la figura di un coordinatore scientifico, nella persona del giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco; e avere concepito una serie di “forum”, cinque in tutto, come seminari di formazione tutta interna all’amministrazione provinciale e ai suoi addentellati (i musei, appunto). Di fatto però incontri “blindati”, a porte chiuse. Anche alla stampa. Perchè?

«Non è che ogni cosa che fa l’assessore va resa pubblica» taglia corto Bisesti. Il responsabile scientifico Buttafuoco su questo argomenta: «Le porte chiuse servono perché questo è un momento in cui bisogna pensare e creare. I proclami arrivano dopo». Lo scrittore si dice invece “entusiasta” per il clima generale che si respirava nella sala Fedrizzi del palazzo provinciale, in cui il Forum era ospitato. «Quando la politica accompagna la gestione della politica culturale, avvia la crescita economica. Questo è un territorio che ha tutte le potenzialità per realizzare l’asse su cui lavorare, in termini di bellezza, storia, memoria».

Buttafuoco lo ha detto chiaramente ai presenti nel suo intervento in apertura dei lavori: produrre significa mettersi al servizio dei creativi, degli ingegni. «Nel nostro primo incontro – spiega il responsabile scientifico del Forum - ci siamo rivolti agli interlocutori pubblici, perché sono quelli appunto che possono “fare”. Diventiamo produttori quando permettiamo ai creativi di trovare uno spazio e questo è lo spazio politico per eccellenza».

Di un «bel confronto sano, senza paraocchi e aperto a una visione che non sia autoreferenziale» parla anche l’assessore Bisesti. Che rimarca un aspetto: «La macchina pubblica, che tanto ha fatto per la cultura trentina, negli ultimi quindici anni è rimasta bloccata, e questo ce lo dicono oggi i suoi stessi attori. Ora servono novità e cambiamenti».

Prossimo appuntamento il 5 luglio, per la discussione di una prima bozza delle linee guida delle politiche culturali.













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